Salta il volo, addio tour: coppia viene risarcita
Altro che riposo e relax. La vacanza in Giappone tanto desiderata era iniziata nel peggiore dei modi: volo cancellato, tour di Tokyo pagato e saltato per il ritardo nell’arrivo e una dose di stress e ansia che hanno accompagnato la trasferta. Per questo, un coppia, ha presentato il “conto”alla compagnia aerea presso cui aveva acquistato i biglietti aerei. E il giudice di pace Trento ha accolto la richiesta di risarcimento, riconoscendo ai coniugi 930 euro per i danni patrimoniali e 1.200 per quelli non patrimoniali, legati ai patemi d’animo vissuti a fronte degli imprevisti.
Il caso approdato sul tavolo del giudice Antonio Orpello riguarda una coppia di trentini, che si sono visti la vacanza - almeno in parte - rovinata. I coniugi avevano acquistato on line i biglietti per il Giappone già in aprile dalla compagnia aerea, pagando anche un supplemento di 340 euro euro per i posti “comfort”. La partenza, con un doppio scalo, era prevista il 26 ottobre e per il giorno seguente avevano già prenotato (pagando 565 euro), l’escursione a Tokyo, seguita dall’imbarco su una nave per un giro del Giappone.
A meno di 24 ore dalla partenza, però, dopo avere tentato invano di fare il ceck-in on line, erano stati informati - con una mail scritta in inglese (non conoscendo la lingua avevano dovuto telefonare alla compagnia per avere chiarimenti) - che il volo era stato cancellato per uno sciopero.
A quel punto, dopo avere chiesto invano di potere almeno partire con il primo volo del mattino, si erano adattati ad imbarcarsi con 7 ore di ritardo sulla destinazione finale, uno scalo ulteriore da affrontare e la certezza di dovere rinunciare al tour di Tokyo già pagato. Ma quando, il 26 ottobre, si sono presentati in aeroporto, hanno scoperto che i loro nomi non figuravano tra quelli dei passeggeri. Morale, dopo una lunga telefonata con la compagnia aerea - costata 25 euro - hanno finalmente trovato posto su un altro vettore in partenza. «Una volta decollati - si legge in sentenza - entrambi i coniugi erano già provati per il patema d’animo cui erano stati sottoposti all’idea di perdere tutto il viaggio e la crociera programmati, erano anche agitati e preoccupati di non riuscire a prendere gli altri due voli previsti, essendoci tempi di cambio molto stretti, temevano di non riuscire ad arrivare in tempo per l’imbarco sulla nave da crociera prenotata. La legittima preoccupazione che qualcosa andasse storto, li ha accompagnati e logorati per tutta la durata del viaggio aereo, che non sono riusciti minimamente a godersi».
Per questo, la coppia, ha deciso di chiedere alla compagnia un risarcimento per i danni patrimoniali e morali subiti, quantificati in 2.600 euro, anche alla luce di quanto previsto dalla Carta dei diritti del passeggero Enac e dopo avere atteso invano che la promessa di un rimborso, almeno del supplemento pagato per i posti, venisse pagato. «Rammaricati per l’accaduto, i coniugi non hanno poi potuto pienamente godere della vacanza, né beneficiare appieno del benessere psico-fisico atteso nel tempo che avevano a disposizione», viene evidenziato. Il giudice, pure non accogliendo interamente la richiesta, ha ritenuto che la coppia abbia diritto ad essere risarcita. «I voli aerei acquistati dagli attori sono risultati differenti da quelli effettuati, con città di partenza diversa (Roma, invece di Verona) e due scali invece di uno, e con una tipologia di posti assegnati diversi e inferiori rispetto a quanto acquistato.
Il danno subito dagli stessi è in primo luogo di natura economica, per aver corrisposto un prezzo maggiore rispetto alle prestazioni ricevute e per aver sopportato oneri economici imprevisti, ma anche non patrimoniale per non aver potuto godere del viaggio secondo le aspettative programmate e pattuite». Saranno risarciti dei 340 euro per il supplemento pagato per i posti nella classe superiore - di fatto non goduti - dei 565 euro spesi per la gita a Tokyo non più effettuata a causa del ritardo e dei 25 euro di spese telefoniche, per un totale di 930 euro. A questi si aggiungono 1.200 euro di danni non patrimoniali, per un totale di 2.130 euro, oltre alle spese legali, liquidate in 900 euro.