Dpcm e chiusure, altra notte di proteste in divesrse città Fugatti pensa a misure ridotte
Anche ieri sera si sono svolta in diverse città italiane, manifestazioni per chiedere al governo e alle Regioni di rivedere le contestate decisioni, contenute nel nuovo dpcm del premier Conte, in vigore da oggi al 24 novembre, che stabiliscono chiusure anticipate per bar e ristoranti (alle 18) e sospendono completamente le attività di cinema, teatri e palestre fitness, oltre a reintrodurre la teledidattica per le scuole superiori.
In Trentino intanto si lavora per poter estendere le aperture rispetto agli orari previsti dal dpcm, per quanto riguarda bar e ristoranti, e di evitare le chiusure di cinema e teatri.
Fra le richieste anche quella sulla trasparenza dei dati scientifici riguardanti luoghi e modalità di contagio covid, per verificare se e quanto siano correlabili con gli ambienti finiti nel mirino del nuovo dpcm: dai commercianti agli operatori dello spettacolo, si ritiene che queste evidenze non sussistano e che si proceda con chiusure senza fondamento dal punto di vista della prevenzione epidemica.
Il mondo del commercio e dello spettacolo/cultura, dunque, si mobilita, da Roma a Napoli, passando per alttre città e con il supporto in molti casi delle istituzioni locali, come nel caso del dei Comuni che lanciano un appello a sostegno delle attività culturali.
In molti rimproverano al governo di continuare a scaricare sui cittadini ogni responsabilità sulla prevenzione epidemica, dopo aver perso molti mesi nei quali lo Stato non ha messo in atto le iniziative più urgenti e necessarie per evitare le conseguenze di una seconda ondata covid, dal potenziamento riorganizzativo del sistema sanitario all'elaborazione di analisi precise su trasmissione e pericolosità dei contagi (da più parti si sottolinea che il problema sembra risiedere largamente nei trasporti pubblici, dove invece non si sta intervenendo con nuove prescrizioni).
Peraltro è ormai noto che nel governo si scontrano varie anime e nel caso dell'ultimo dpcm fino all'ultimo minuto i ministri Franceschini (Pd) favorevole alle chiusure e Spadafora (M5S) contrario hanno duellato sulle misure, con il primo schierato accanto al collega della salute Speranza (Leu) per un giro di vite generalizzato, il secondo che contesta il senso di divieto di attività che rispettano severi protocolli sanitari.
Anche la ministra Bellanova (Italia Viva) ha criticato le chiusure e ha rinnovato la richiesta al ministro Speranza di conoscere i dati epidemiologici sulla base dei quali vengono prese queste decisioni; ma i dati a quanto pare non sono stati diffusi.
Se in Alto Adige si è già deciso, con un'ordinanza varata ieri, che i ristoranti possono restare aperti fino alle 22 e i bar alle 20, così come cinema e teatri proseguono le attività, ma in un nuovo scenario che prevede il coprifuoco dalle 23 alle 5, anche in Trentino si lavora per concordare con Roma misure meno stringenti.
Il presidente Maurizio Fugatti ha spiegato che l'obiettivo è di evitare le chiusure anticipare serali, così come il ricorso alla didattica a distanza (in Trentino si resta in aula), menttrre per quanto riguarda le piste da sci si lavora a uno speciale protocollo di prevenzione condiviso con le aree confinanti col Trentino, al fine di poter garantire l'avvio della stagione turistica invernale.
La Provincia cerca dunque una via trentina sulle chiusure: Fugatti punta a spostare gli orari dei bar alle 20 o 21 e dei ristoranti alle 22: «Stiamo lavorando per trovare nelle pieghe del decreto la possibilità di estendere gli orari», spiega il presidente, che oggi firmerà una nuova ordinanza.
Sullo sfondo delle polemiche aumentano le manifestazioni di piazza.
A Napoli ieri notte i manifestanti contro le restrizioni del Dpcm si sono mossi in corteo attraverso le aree pedonali del quartiere Vomero, preceduti da un grande manifesto con la richiesta di "tutele sociali per tutti".
Hanno attraversato le strade urlando cori contro Conte e de Luca ("dimissioni"), incrociando in via Luca Giordano un secondo corteo proveniente da piazza Medaglie d'Oro. I due gruppi si sono uniti, raggiungendo circa duemila persone. Davanti a loro lungo la strada erano parcheggiate dieci camionette delle forze dell'ordine che però al passaggio del corteo hanno aperto lo sbarramento consentendo l'arrivo dei manifestanti in piazza degli Artisti, dove si è svolto un sit-in.
Viene contestato in particolare iul presidente della Regione, Vincenzo De Luca, per aver voluto le chiusure e il coprifuoco mentre non ha potenziato il sistema sanitario territoriale.
Un gruppo di assessori alla cultura di molti Comuni ha scritto al governo chiedendo che venga rivista la decisione di chiudere cinema e teatri, definiti luoghi in realtà sicuri, grazie ai protocolli di prevenzione che vengono seguiti da mesi.
Manifestazioni, ieri, anche a Roma, Milano, Torino (nella foto un sit-in degli intermittenti dello spettacolo), Catania e altre città per denunciare gli effetti economici e sociali dannosi provocati dalle ultime decisioni.
Il 28 ottobre è attesa anche a Trento una mobilitazione dei gestori di bar e ristoranti.
Sul fronte scolastico, si alzano voci sia dagli studenti sia da docenti e psicologi, contro il ritorno della didattica da casa, ritenuta non solo limitante dal punto di vista strettamente educativo ma anche dannosa sul piano sociale e del benessere psichico dei ragazzi.