Da oggi scuole superiori chiuse in tutto il Trentino didattica a distanza (e nuove norme anti-assembramento)
Da oggi tutte le scuole superiori del Trentino sono chiuse, e la didattica si terrà solo a distanza - da casa - al 100%. Da Roma è infatti arrivato il "no" alla richiesta di una deroga speciale.
Gli spazi di manovra si sono ristretti ma il governatore Maurizio Fugatti e il ministro Roberto Speranza, dopo essersi sentiti ieri, si confronteranno nuovamente tra una settimana. In ballo c’è la possibilità di una didattica 50-50 per le scuole superiori trentine (50% in presenza, 50% a distanza; sarebbe attuata classe per classe, con 3 giorni in aula e 2 a casa a settimana, e viceversa nella settimana dopo).
Intanto, però, gli studenti ripartiranno da oggii “a distanza”. «Gli spazi di manovra si sono ristretti», ribadisce il presidente della Provincia. «Col ministro della Salute siamo d’accordo di riparlarne a metà mese dopo una verifica dell’andamento dei contagi».
Ma le possibilità sono poche. Anzi, le possibilità di spuntarla non sono molte, soprattutto se i numeri continueranno a essere questi. «Col ministro non c’è nessun confronto polemico. Dobbiamo ammettere che nell’ultima settimana la situazione è peggiorata», sospira Fugatti, «non come nelle altre regioni, magari, ma pur sempre peggiorata. Staremo a vedere ciò che succederà nella prossima».
A metà mese capiremo qualcosa in più, sostiene il governatore. «Capiremo, soprattutto, se avranno avuto effetto le restrizioni imposte dal precedente decreto del presidente del consiglio. È evidente che se nei prossimi giorni i contagi aumentassero, il tema di un ritorno al 50% della didattica in presenza non si porrebbe proprio».
Studenti Bes “in presenza”.
Così da oggii i 21.273 studenti trentini delle scuole superiori frequenteranno le lezioni a distanza (tranne quelle di laboratorio). Soltanto i ragazzi con disabilità o bisogni educativi speciali certificati (Bes) potranno continuare in presenza. Lo stabilisce il decreto del presidente del consiglio dei ministri recepito in toto dalla giunta provinciale.
In Trentino gli studenti con bisogni educativi speciali sono 342 nella scuola secondaria di secondo grado e 592 nell’istruzione e formazione professionale.
«Non tutti i genitori di questi ragazzi, però, hanno chiesto la didattica in presenza per i figli», puntualizza il dirigente generale del Dipartimento istruzione Roberto Ceccato. «Alcuni, per precauzione, hanno scelto le lezioni a distanza».
In 907 contro la mascherina.
Sabato è stata consegnata agli assessori competenti e al Servizio istruzione, alla ministra Azzolina e al governo, la lettera firmata da 907 trentini «in difesa della scuola reale», documento che si è reso necessario - scrivono - «in seguito alle ultime ordinanze che prevedono l’utilizzo della mascherina a scuola, dai 6 anni in su, anche in fase statica», cioè seduti al banco. L’ultimo Dpcm, si sostiene, «ha allarmato molte famiglie che si sono mobilitate in vari modi». Esistono molti studi, sta scritto nella lettera, che dimostrano come l’utilizzo prolungato della mascherina provochi «irritazione e difficoltà respiratorie» e riduca «la capacità cardio-polmonare durante gli sforzi». Come manifestazione di dissenso, ieri mattina «molti genitori hanno tenuto bambini e ragazzi a casa, e stiamo pensando alle adeguate forme di protesta» per i prossimi giorni. Pur nella consapevolezza della gravità della situazione, i firmatari ritengono che «una scelta tanto grave» come quella di obbligare gli studenti a indossare la mascherina «vada immediatamente sospesa e valutata alla luce di dati scientifici certi».
Doppia positività, parla Ghezzi.
Paolo Ghezzi, capogruppo di Futura in Consiglio provinciale, chiede al presidente della Provincia Fugatti e all’assessore all’istruzione Bisesti se alla luce dell’ultimo decreto del premier che ordina la didattica a distanza per le superiori e l’uso della mascherina al banco per elementari e medie, abbia «ancora senso l’indicazione dell’Azienda sanitaria provinciale di attendere un secondo caso di positività» prima di mettere in quarantena una classe delle scuole d’infanzia, delle elementari e delle medie. Chiede inoltre quali protocolli siano previsti «per gestire la situazione nell’intervallo di tempo tra la prima e la seconda positività» e se la giunta abbia intenzione «di trattare con il governo per ottenere deroghe sull’uso dei dispositivi di protezione negli ambienti scolastici».
La nuova ordinanza (numero 53). Didattica a distanza alle superiori a partire da lunedì 9, disposizioni per chiudere strade e piazze per evitare assembramenti, rafforzamento della centrale 112, chiusura delle attività commerciali al dettaglio, proroga fino al 3 dicembre dei divieti già previsti per fiere, mercati, accessi a ospedali, ambulatori, uffici aperti al pubblico. Sono alcune delle voci riportate nella nuova ordinanza (la numero 53) firmata sabato sera dal presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti a seguito del Decreto del presidente del Consiglio dei ministri dello scorso 3 novembre
Nel testo si rinnovano alcune fondamentali raccomandazioni, ad esempio quella rivolta alle persone con più di 70 anni affinché limitino i contatti sociali esclusivamente alle sole strette convivenze o ai soggetti che si prendono cura della loro persona. Tutti devono fare la loro parte per osservare il distanziamento e per usare la mascherina, disinfettando regolarmente le mani.
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