Covid: in Trentino oggi altre 7 vittime tra i 73 e gli 88 anni di cui 5 in ospedale I nuovi contagiati sono 227
Si allunga purtroppo la lista dei morti a causa del Covid-19 in Trentino. Il bilancio di oggi è di 7 vittime nelle ultime ore, di cui 5 in ospedale.
Si tratta di 4 uomini e 3 donne, di età compresa fra i 73 e gli 88 anni.
I nuovi contagi sono invece in totale 227 di cui 90 nuovi positivi al molecolare e 137 all’antigenico.
Tornando ai nuovi contagi, 72 sono asintomatici e 129 pauci sintomatici. Su 22 nuovi casi di bambini e ragazzi in età scolare, 2 sono molto piccoli (meno di 2 anni) ed altri 4 hanno un’età compresa fra i 3 ed i 5 anni.
Sono 59 invece gli ultra settantenni ai quali sono rivolte le raccomandazioni particolari delle autorità sanitarie stante i dati che confermano come a pagare le conseguenze più gravi dell’infezioni sono proprio le classi di età più avanzate.
Negli ospedali continua senza sosta l’attività, con un’attenzione particolare al mantenimento di quel punto di equilibrio in grado di garantire la tenuta del sistema: i nuovi ricoveri ieri sono stati 18, a fronte di 5 dimissioni, pertanto attualmente i pazienti Covid sono 389, dei quali 46 si trovano in rianimazione. Ieri erano 48.
Fortunatamente sono sempre numerosi anche i nuovi guariti: 184 quelli indicati oggi dal rapporto, per un totale di 20.545 dall’inizio della pandemia.
Prosegue l’attività di vaccinazione anti Covid: nel primo pomeriggio di oggi, secondo il bollettino dell’azienda provinciale per i sevizi sanitari, erano 7.284 le dosi somministrate, di cui 2.439 ad ospiti di residenze per anziani.
Intanto a partire dai prossimi giorni, secondo quanto apprende l’Ansa, i dati nazionali relativi al computo dei casi positivi al Covid-19 terranno conto anche del numero di casi rilevati con i test antigenici rapidi, come previsto dalla circolare del ministero della Salute.
La circolare riconosce appunto la validità dei test antigenici rapidi di ultima generazione nella definizione di caso Covid-19, nel solco delle indicazioni Ue.
Nella circolare approvata è richiesto alle Regioni di rendicontare separatamente il numero di test antigenici effettuati rispetto ai test molecolari. La Provincia di Trento lo sta già facendo ma fino ad ora a livello nazionale non sono stati conteggiati nel totale dei positivi sulla base dei quali si definiscono le misure restrittive.
Ieri il governatore trentino Maurizio Fugatti aveva affermato che se venissero contati i positivi al tampone antigenico oltre a quelli al tampone molecolare allora "tutte le Regioni sarebbero in zona rossa". Proprio domani si terrà una conferenza Stato-Regioni per discutere di nuovi parametri più restrittivi visto che la curva dei contagi continua a crescere.
La circolare “Aggiornamento della definizione di caso COVID-19 e strategie di testing” - firmata dal direttore della Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza - prevede l’obbligo di tracciabilità di tutti i test nei sistemi informativi regionali: «Gli esiti dei test antigenici rapidi o dei test RT-PCR, anche se effettuati da laboratori, strutture e professionisti privati accreditati dalle Regioni - si legge - devono essere inseriti nel sistema informativo regionale di riferimento». La circolare raccomanda il ricorso a test antigenici rapidi con requisiti minimi di performance.
Questi test antigenici, si rileva, sembrano mostrare risultati «sovrapponibili» ai saggi di RT-PCR (test molecolari), specie se utilizzati entro la prima settimana di infezione, e sulla base dei dati al momento disponibili risultano essere «una valida alternativa alla RT-PCR. Qualora le condizioni cliniche del paziente mostrino delle discordanze con il test di ultima generazione la RT-PCR rimane comunque il gold standard per la conferma di Covid-19». Se la capacità di RT-PCR è limitata o qualora sia necessario adottare con estrema rapidità misure di sanità pubblica, rileva la circolare, «può essere considerato l’uso dei test antigenici rapidi in individui con sintomi compatibili con COVID-19 nei seguenti contesti: situazioni ad alta prevalenza, per testare i casi possibili/probabili; focolai confermati tramite RT-PCR, per testare i contatti sintomatici, facilitare l’individuazione precoce di ulteriori casi nell’ambito del tracciamento dei contatti e dell’indagine sui focolai; comunità chiuse (carceri, centri di accoglienza, etc.) ed ambienti di lavoro per testare le persone sintomatiche quando sia già stato confermato un caso con RT-PCR; in contesti sanitari e socioassistenziali/sociosanitari, o per il triage di pazienti/residenti sintomatici al momento dell’accesso alla struttura o per la diagnosi precoce in operatori sintomatici».
L’uso di test antigenici rapidi, si sottolinea inoltre nella circolare, «può essere raccomandato per testare le persone, indipendentemente dai sintomi, quando si attende una percentuale di positività elevata per esempio che approssimi o superi il 10%. La circolare precisa anche che il test rapido nei sintomatici va effettuato entro 5 giorni dall’esordio dei sintomi, mentre negli asintomatici va effettuato tra il terzo e il settimo giorno dall’esposizione. Se il test rapido risulta negativo, è necessaria la conferma dopo 2-4 giorno o con test molecolare o test rapido di ultima generazione.
Alle persone che risultano positive al test antigenico rapido, anche in attesa di conferma con secondo test antigenico oppure con test RT-PCR molecolare, si applicano le medesime misure contumaciali previste nel caso di test RT-PCR positivo.