Contagi da covid, balletto dei numeri
Nel mese di novembre sono stati individuati 13.300 positivi con tampone antigenico rapido: sono i famosi casi "fantasma", che la Provincia non ha mai voluto fare conoscere, ma che ieri l' Adige ha reso noti.
Dopo la pubblicazione sul giornale di questi numeri, che si aggiungono ai 5.900 casi ufficiali, triplicando il totale dei contagi accertati in quel mese, le forze politiche di minoranza del consiglio provinciale hanno deciso di chiedere l'istituzione di una Commissione consiliare d'inchiesta sul Covid-19, per fare piena chiarezza «sul tasso di effettiva diffusione del virus sul territorio trentino, le modalità del suo monitoraggio, la trasmissione degli esiti di esso alle autorità e le azioni adottate per la sua gestione».
Per mesi le opposizioni, con interrogazioni e mozioni avevano sollecitato la giunta guidata dal presidente Maurizio Fugatti, a fornire numeri completi sui positivi accertati con i test rapidi, ma il governatore si era sempre trincerato dietro la risposta che il «ministero ce li ha chiesti dal 3 dicembre». E quindi quelli prima non li ha mai voluti dare. Ma certo era un dato non irrilevante, anche per comprendere il numero elevato registrato in Trentino già in quel mese di novembre di ricoveri in ospedale, in terapia intensiva e di morti.
«Basta giocare con i dati - ha esordito ieri in conferenza stampa Sara Ferrari , capogruppo del Pd, - qui si sta scherzando con il fuoco: i dati su morti e ricoveri ci hanno visto spesso ai vertici delle classifiche nazionali mentre quelli sui positivi erano tranquillizzanti. Ora va detta la verità».
E Paolo Zanella (Futura) ha aggiunto: «Stiamo assistendo a un grande bluff, che vuol dire mostrare delle carte migliori di quelle che si hanno. Credo che la situazione che ci è stata dipinta fino ad ora è stata un po' edulcorata, ce lo dicono i dati usciti sull'Adige oggi con i 13.300 casi di cui non si sapeva nulla». Su questi nuovi numeri il consigliere provinciale del Pd ed ex assessore provinciale alla salute, Luca Zeni , commenta: «Se mantenessimo la proporzione su base nazionale sarebbe come se in Italia scoprissimo 3.000 (tremila!) morti in più e 1.300.000 (un milione e trecentomila) positivi in più. In un mondo normale avremmo subito le dimissioni del governo». E a proposito di dimissioni del governatore Maurizio Fugatti e della sua giunta, ieri la consigliera Ferrari ha precisato che: «Se non sarà accolta la richiesta di istituire la Commissione di indagine, presenteremo una mozione di sfiducia alla giunta». Un atto politico pesante, pur non avendo le opposizioni i numeri per sfiduciare l'esecutivo a trazione Lega.
L'ex governatore ed ex assessore alla salute, Ugo Rossi , ha replicato al presidente Fugatti che nei giorni scorsi ironizzava su chi poneva dubbi sui dati dicendo che si sentono tutti virologi: «Non occorre essere virologi, perché i numeri sono numeri e abbiamo tutti una calcolatrice. È brutto chiedere una commissione d'indagine, ma non ci resta altro da fare. È un dovere istituzionale avere un dato di realtà».
Il consigliere di Onda Civica, Filippo Degasperi , ha citato anche le parole del presidente ricordando: «Fugatti ha detto che lo giudicherà la storia, penso che aspettare il giudizio degli storici sia pericoloso, visto il rischio che stiamo vivendo ora con questa pandemia. Con la pubblicazione dei positivi di novembre all'antigenico è caduto un mantra che la giunta continuava a ripetere sulla veridicità dei dati, mentre la realtà è che in quelle conferenze stampa, che io ho sempre chiamato televendite, si nascondevano i difetti e si raccontavano ai trentini solo gli aspetti positivi».
Ma secondo Degasperi il problema di fondo è soprattutto la mancanza di controllo da parte del ministero della Salute e dell'Istituto superiore di sanità. «Come mai - ha osservato il consigliere - nessuno si è accorto che qualcosa non andava nei dati e non sono stati chiesti chiarimenti? È mancato il Governo».
La richiesta di istituzione della Commissione d'indagine è stata firmata anche da Lucia Coppola (Verdi), Alex Marini (M5s) e Pietro De Godenz (Upt). L'iniziativa è sostenuta anche da «Trentino in Azione», come dichiara il portavoce del Comitato promotore Massimiliano Mazzarella.