Nel 2020, con il lockdown, in Trentino meno divorzi e separazioni
Il terribile 2020, l’anno del Covid 19, ha fatto bene alle coppie sposate, almeno in Trentino. Nonostante il lockdown e le restrizioni adottate per contenere la pandemia abbiano messo a dura prova anche i legami familiari, i dati del Tribunale di Trento (dunque relativi a buona parte della provincia) indicano per il 2020 un netto calo di divorzi e separazioni, sia consensuali, sia contenziosi. Siamo nell’ordine del 17 per cento in meno, un valore sorprendente, ma i numeri parlano chiaro. Tuttavia il dato potrebbe essere dovuto anche ad una maggiore difficoltà nel portare avanti la procedura nel periodo di maggiori restrizioni.
Di certo il Tribunale di Trento nel corso del 2020 ha trattato in totale 695 procedimenti di separazione e divorzio mentre nel 2019 erano stati ben 837. C’è stato dunque un netto calo del contenzioso matrimoniale. Nel dettaglio nel 2019 c’erano stati 149 divorzi contenziosi contro i 122 del 2020. Le separazioni giudiziali sono passate da 147 a 132. In totale i procedimenti dove più aspro è il conflitto tra i coniugi che si lasciano vedono un calo sensibile: da 296 del 2019 a 254 del 2020. Il trend al ribasso è confermato ed anzi rafforzato dalle procedure consensuali. Siamo passati da 205 divorzi congiunti nel 2019 a 186 nel 2020. Le separazioni consensuali sono crollate passando da 336 nel 2019 a 255 nell’anno del covid.
Su separazioni e divorzi ieri, e più in genere sul settore della giustizia civile, la Corte d’appello di Trento ha reso noti i dati distrettuali (cioè relativi all’intera regione) in vista della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario. Nell’anno 2019-2020 il circondario del Tribunale di Trento ha ricevuto 838 procedimenti (tra divorzi e separazioni) e ne ha definiti 713; al circondario di Rovereto sono sopravvenuti 326 fascicoli e ne sono stati definiti 281; nel circondario di Bolzano sono stati registrati 941 procedimenti e ne sono stati definiti 950.
I dati relativi a divorzi e separazioni in Trentino sono in controtendenza rispetto ai dati nazionali diffusi appena due settimane fa dall’Associazione divorzisti italiani: nel 2020 ci sarebbe stato un aumento delle separazioni rispetto al 2019 del 60%. Di queste il 40% sarebbero per infedeltà coniugale, anche virtuale, il 30% per violenza familiare e il 30% altre cause.
Numeri leggermente diversi, ma altrettanto drammatici per l’Associazione avvocati matrimonialisti italiani. «La pandemia ha creato l’emergenza familiare non solo quella economica - dice il presidente dell’Ami, l’avvocato Gian Ettore Gassani -. Vivere sotto lo stesso tetto per tanti mesi specialmente per le coppie in crisi ha prodotto situazioni insostenibili».
Di certo la pandemia da Covid 19 ha aumentato l’impegno per gli psicologi. «Nel 2020 ho notato un maggior afflusso di persone che si rivolgevano al mio studio rispetto all’anno precedente - sottolinea Gianluigi Carta, vicepresidente dell’Ordine degli psicologi di Trento - ma è presto per fare bilanci sul fronte dell’impatto psicologico che un evento globale come la pandemia porta con se. I danni le valuteremo più avanti, una volta finita l’emergenza. Di certo l’epidemia ha pesato molto sulla vita di tutti: coppie, single, bambini, adolescenti , adulti».
Le coppie sposate, hanno davvero resistito meglio di altri come potrebbe indicare il dato su separazioni e divorzi in calo? «Sono numeri - replica Carta - che potrebbero essere stati influenzati dalla difficoltà di accedere agli uffici giudiziari durante le fasi più critiche del contagio. In generale lo stato della coppia all’epoca del Covid dipende in larga misura da come stava prima dell’emergenza sanitaria. Se c’erano problemi sommersi è più probabile che questi vengano a galla. Ripeto: io personalmente vedo un aumento delle coppie in crisi che si rivolgono allo psicologo per affrontare questo momento di difficoltà. La pandemia ha aggiunto complessità a situazioni già critiche».