Il vaccino "trentino" del Cibio? Manzana: "Non hanno mai interpellato nessuno. ma adesso non perdiamo neanche un giorno"

Sconcerto, a dir poco, avere appreso ieri, dalle parole del rettore Paolo Collini, che il vaccino prodotto nei laboratori di Povo del Cibio è rimasto fermo al palo per la mancanza di pochi milioni di euro. «Avremmo potuto essere oggi al punto in cui è arrivata ReiThera» ha detto il rettore dell’Ateneo. ReiThera è l’azienda “italo-svizzera” sostenuto dallo Stato, che chiuderà le fasi 2 e 3 entro giugno per mettere sul mercato milioni di dosi di vaccino da settembre.

Stupore, ma anche la disponibilità, in primis di Confcommercio, a partecipare finanziariamente allo sviluppo (ultimazione della sperimentazione sulle cavie in corso in Toscana e sostegno della prima fase di validazione sui volontari) del vaccino trentino. Ma anche perplessità sull’operato dell’Ateneo nel sostegno del suo dipartimento, il Cibio appunto: «Se, come dice il rettore, siamo in guerra, com’è possibile che l’Università si sia fatta mancare qualcosa oggi e nello stesso tempo metta a bilancio avanzi di amministrazione per il futuro?» chiede Fausto Manzana, presidente di Confindustria Trento.

Il sindacato osserva: «In questi giorni di acceso dibattito sui ritardi delle forniture dei vaccini, su piani vaccinali da riscrivere e sul rischio di allungare i tempi della lotta al Covid 19, suscita non poco amarezza apprendere che avremmo potuto avere una possibilità in più di vincere questa guerra grazie ad un vaccino creato al Cibio, e che questo non sarà possibile perché non si sono trovati i finanziatori, né pubblici né privati, per scommettere su questa importante partita. È giusto, come fa il rettore Collini, parlare di occasione mancata» aggiungono i segretari di Cgil, Cisl e Uil del Trentino, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti «sia per superare l’emergenza sanitaria, sia per valorizzare come sarebbe opportuno uno dei centri di ricerca d’eccellenza della nostra terra».

Per il sindacato, nella difficilissima situazione per la salute pubblica e con le conseguenze della pandemia sull’economia, «lascia allibiti che né la Provincia autonoma di Trento, né gli imprenditori locali siano riusciti a trovare due milioni di euro per proseguire una ricerca comunque promettente. Quanto accaduto è dimostrazione di poca lungimiranza». E siccome il rettore ha detto che però la partita non è ancora chiusa, il sindacato si augura che «Piazza Dante (la Provincia, ndr) possa attivarsi da subito per mettersi alla guida di una cordata di soggetti pubblici e privati disposti ad investire per sostenere la fase di sperimentazione».

Una prima, concreta risposta arriva da Confcommercio Trento. «Conosco la professionalità di chi lavora al Cibio» dice il presidente Giovanni Bort «e lo dico subito: se c’è da mettere insieme un gruppo di investitori per sostenere lo sviluppo del vaccino, noi ci siamo. Abbiamo la nostra finanziaria, Seac Fin spa, che può partecipare». Bort aggiunge una valutazione di “categoria”: «Abbiamo la necessità di un vaccino anche per i nostri associati. Non vogliamo, sia chiaro, passare davanti ad alcuno, a categorie più fragili, ma anche i nostri associati, a contatto quotidiano con la clientela, corrono dei rischi».

Il presidente di Confindustria, Manzana, usa la schiettezza. Gli chiediamo: qualcuno, dall’Università, vi ha interpellato? «Assolutamente, no!». Ma la prima questione è un’altra: «Non mi si può raccontare, come leggo, che l’Università sta mettendo da parte avanzi di bilancio, cioè risorse, per il futuro, e poi leggere, nello stesso giorno, che sono necessari 2 milioni o poco di più per sviluppare il vaccino. Delle due, l’una. Siamo in guerra, non fa una grinza» dice Manzana «Ma se è vero questo, non può essere che l’Università si faccia mancare le risorse oggi, per il vaccino, per accantonarne altre per il futuro. Di fronte alle necessità del Cibio, dov’era il cda dell’Ateneo? Dov’era il direttore?».

Da quanto risulta a l’Adige, per altro, la stessa Università non ha interpellato Hit, l’Hub per l’innovazione di cui è socia, che ha nella sua ragion d’essere il trasferimento tecnologico, il raccordo tra ricerca e investitori. Ad ogni modo, lo stesso Manzana invita ora a guardare avanti: «Non perdiamo un giorno di più! Una vaccinazione non è per sempre, è importante essere sul mercato con un vaccino. Agiamo subito».

 

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