Piano vaccinale del Trentino, i sindacati: "Mettere in sicurezza tutti gli operatori"
Con l’approvazione del vaccino di AstraZeneca, il quadro cambia e la campagna vaccinale è stata ridefinita da Governo e Regioni. AstraZeneca sarà somministrato agli under 55 tra insegnanti, forze armate e di polizia, detenuti e personale delle carceri. Il tutto in attesa di dare risposte ad “ambiti” come i disabili e gli immunodepressi. Ma occorre ricomprendere alcune categorie di lavoratori dei servizi essenziali particolarmente esposte: operatori dell’igiene ambientale, per lo smaltimento dei rifiuti Covid, educatori, maestre della scuola dell’infanzia cui va garantita almeno la mascherina FFP2, chi lavora nel terzo settore e fa assistenza alla persona, gli psicologi e gli assistenti sociali e tutti gli operatori dei servizi pubblici che svolgono attività a contatto col pubblico (sportelli, assistenza diretta, etc).
In questo quadro continua a preoccupare la tenuta del sistema sanitario per la necessità di sostenere sia il piano vaccinale che l’assistenza Covid e le prestazioni ordinarie.
Così il segretario generale della Fp Cgil del Trentino Luigi Diaspro insieme ai funzionari Gianna Colle e Marco Cont. «Assunzioni, sicurezza e rinnovo del contratto sono urgenti: registriamo ancora carenza di personale e risorse e la soluzione non può e non deve essere il ricorso al precariato con l’uso massivo della somministrazione. È inaccettabile che in Trentino non si diano risposte e non si convochino i sindacati sul rafforzamento della medicina territoriale, telemedicina, assistenza domiciliare, sportelli di prossimità, presa in carico della cronicità, educazione sanitaria, prevenzione e interoperatività tra tutti i soggetti della cura e dell’assistenza. È altrettanto inaccettabile che sul rinnovo dei contratti, a partire dalla Sanità, non ci sia alcun segnale di inversione di rotta: lo stanziamento delle risorse per il triennio 2019/2021 è tuttora pari a zero».
Occorre un quadro definito dei fabbisogni di personale alla luce delle nuove esigenze, come anche ridefinire e finanziare un nuovo ordinamento professionale per dare risposte a ciascuna delle professioni presenti nel sistema sanitario, con la valorizzazione di quelle competenze, professionalità e responsabilità che hanno consentito la tenuta del sistema pubblico in questa drammatica pandemia. I fatti ci preoccupano in tal senso, vista la situazione pandemica che verosimilmente durerà ancora molto nella lotta contro il tempo tra campagna vaccinale diffusa e varianti che modificano il virus e lo rendono più aggressivo e contagioso. Per questo l’emergenza è dare risposte strutturali e immediate in termini assunzionali, organizzativi, riconoscimento professionale e rinnovo del contratto.
«La straordinarietà dell’impegno di questi mesi non può scivolare verso una concezione di “ordinarietà”. Anche il premio Covid va esteso al periodo della seconda ondata e alla campagna vaccinale, che durerà a lungo e graverà di nuovo sulle spalle di operatori sanitari, infermieri, tecnici e amministrativi. La Giunta e Fugatti devono convocarci per trattare questi temi e definire le risorse necessarie, che non possono continuare a essere solo quelle del governo nazionale».