"Il sistema di prtenotazione dei vaccini va cambiato": duro attacco a Fugatti e Segnana dei sindacati e dei pensionati
Il secondo flop del sistema di prenotazione dei vaccini per gli ultraottantenni in Provincia di Trento dimostra che bisogna cambiare sistema. Lo dicono numerose prese di posizione, nel giorno del nuovo “blocco informatico” del Cup online.
«Sui vaccini per gli anziani, la Provincia e l’Azienda provinciale per i servizi sanitari devono cambiare organizzazione. È evidente che il metodo adottato fino a questo momento ha prodotto solo caos, mettendo moltissimi anziani, soprattutto quanti non hanno alle spalle dei familiari giovani, in una situazione di ansia e frustrazione». Lo affermano, fin una nota congiunta, i segretari generali Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti di Cgil, Cisl e Uil del Trentino, assieme ai segretari dei sindacati dei pensionati, Spi, Fnp e Uil pensionati, Ruggero Purin, Tamara Lambiase e Claudio Luchini.
«Se si va avanti così si rischia di compromettere l’efficacia del vaccino ed è assurdo che il presidente della Provincia Maurizio Fugatti continui a difendere un sistema che non sta funzionando, invece di pretendere che i problemi trovino soluzione», aggiungono i segretari, chiedendo di adottare i modelli di Veneto, Friuli Venezia Giulia e Emilia Romagna e di individuare subito le categorie da vaccinare con le forniture di Astrazeneca in arrivo.
All’attacco il consigliere provinciale Paolo Zanella, di Futura, con una interrogazione intitolata: «Prenotazione vaccini: il sistema così non funziona, ci sono 30.000 famiglie in ansia, si cambi subito modalità». Che rtecita: «Premesso che:
il primo febbraio è partita la seconda fase della campagna vaccinale rivolta alle persone ultra ottantenni, circa 35.000 persone;
per i 2500 vaccini effettuati nella prima settimana si è ricorsi alle prenotazioni tramite CUP online e con numero verde dedicato con numerosissime lamentele da parte dell’utenza per crash del sistema informatico e impossibilità di prendere la linea telefonica;
risultato di quelle modalità di prenotazione sono stati - oltre alla perdita di tempo e alla frustrazione di 30.000 famiglie - numerosi disagi di chi ha dovuto recarsi lontano dal proprio domicilio per essere vaccinato e di chi, convinto di aver concluso la procedura, si è recato al punto vaccinale scoprendo di non essere nell’elenco dei vaccinati;
nell’ultima seduta del Consiglio provinciale il sottoscritto, assieme a molti altri consiglieri e consigliere, ha fatto presente alla Giunta che il sistema di prenotazione, così come pensato, era inadatto per fissare appuntamenti di sedute vaccinali, in particolare per persone over ottanta;
i principali motivi dell’inadeguatezza di un sistema online e telefonico di prenotazione, elencati in Aula, sono così riassumibili:
- la maggior parte delle persone ultra ottantenni non hanno dimestichezza con il web;
- è evidente che se si aprono delle prenotazioni a 30.000 persone, senza alcun criterio, si crea un imbuto che manda in crash il sistema e intasa le linee telefoniche;
- si crea una “guerra tra fragili” mettendo in croce gli anziani e le famiglie che cercano di accaparrarsi un posto il prima possibile per loro o per il/la proprio caro/a, con una perdita inaudita di tempo;
- la distribuzione nelle aree geografiche delle sedute vaccinali, invece di rispondere a un criterio di prossimità, rischiano di rispondere a un criterio di urgenza (pur trovando un posto disponibile a Cles tra 10 giorni, sono disposto ad andare ad Arco domani, pur di essere vaccinato);
per questo nell’ultima seduta del Consiglio provinciale, è stata approvata una risoluzione, proposta dal collega Zeni, che impegnava la Giunta a rivalutare le modalità di prenotazione del vaccino;
la rivalutazione è consistita semplicemente in un potenziamento della banda del CUP online - a questo punto pare soltanto dichiarato- , nella messa a calendario di sedute spalmate da qui a metà aprile e in un (ennesimo) paternalistico appello alla pazienza;
sempre in Aula abbiamo chiesto che fosse l’APSS a organizzare le sedute vaccinali inviando lettere con data e ora dell’appuntamento, estraendo i nominativi dall’anagrafe sanitaria (con la possibilità di escludere quelli con infezione da SARS-CoV-2 recente) e convocando gli anziani secondo criteri di prossimità, già definendo chi vaccinare a domicilio in collaborazione con MMG e USCA (persone in ADI, ADICP, con SAD,...);
la prenotazione delle nuove sedute, che si sarebbe dovuta aprire oggi, si è aperta senza motivo (noto) in anticipo, nel pomeriggio di ieri, e - come volevasi dimostrare - da subito il sistema si è dimostrato non in grado di reggere l’iperafflusso di utenti. Nuovamente le poche persone che riescono ad arrivare in fondo alla procedura non vedono tutti gli appuntamenti disponibili fino ad aprile (alcuni vedono la disponibilità di una sola sede) e non capiscono se il tutto sia andato a buon fine o meno. Tentando di contattare il numero verde, poi, è pressoché impossibile prendere la linea.
Tutto ciò premesso:
Chiedo al presidente della Provincia e all’assessora alla salute di sapere:
perché, nonostante altre Regioni siano andate in questa direzione, non si sia dato mandato ad APSS di organizzare la campagna vaccinale delle persone over ottanta, contattandole secondo criteri definiti, anche alla luce dell’esperienza fallimentare della prima settimana, non solo legata alla tenuta della rete?
se non si ritenga opportuno correre rapidamente ai ripari, cambiando sistema o almeno ponendo delle condizioni per scaglionare l’utenza nell’accesso (es. nella prima settimana gli ultra novantenni, nelle seconda e terza gli over ottantacinque,...) per evitare il continuo crash del sistema».
Dura anche la consigliera Ferrari del PD: «Sembra già evidente, dopo nemmeno un giorno, che il sistema che la Provincia di Trento e l’Azienda provinciale per i servizi sanitari (Apss) hanno scelto e adottato per procedere con tempestività alle vaccinazioni contro il virus Sars-cov-2, è del tutto inadeguato alla situazione e persino avvilente rispetto ai bisogni e alle possibilità degli anziani cui sarebbe rivolto». Lo sostiene, in una nota, la capogruppo provinciale del Partito democratico del Trentino, Sara Ferrari.
«Chiediamo con forza che la Giunta intervenga subito, adottando e facendo adottare immediatamente le soluzioni più adeguate per procedere con solerzia e in sicurezza nella somministrazione dei vaccini. Ad esempio, chiedendo all’Apss di convocare le persone d’età più avanzata. Non si può chiedere responsabilità, invitare tutti a vaccinarsi e poi lasciare le persone in balia di un computer e di un sito che non funziona», ha precisato Ferrari.