Da Londra all’Argentina con l’obiettivo di girare il mondo: la storia di Jessica e Nicola
La testimonianza di due amici di MondoTrentino che dopo un'esperienza di lavoro a Londra hanno deciso di partire per realizzare il loro sogno
TRENTO. Una storia meravigliosa. Due giovani trentini che hanno presto deciso di girare il mondo per crescere e imparare nuove lingue e culture. Jessica Garbari e Nicola Potrich, amici di Mondo Trentino, raccontano la loro storia.
“Da Trento a Londra, dove dopo sette anni di lavoro nella capitale inglese, abbiamo deciso di inseguire il nostro sogno e di iniziare il nostro viaggio in giro per il mondo a lungo termine. Non un semplice viaggio, ma bensì un biglietto di sola andata per Rio de Janeiro il 5 di febbraio. C’è voluta una lunga preparazione, soprattutto nel lasciare la casa, il lavoro e studiare l'itinerario ma il timore e la paura non hanno mai bussato alla nostra porta.
Poi il nostro sogno ha preso il sopravvento e siamo partiti arrivando in Brasile! Qui passiamo il nostro primo mese, con esperienze indimenticabili come il carnevale di Rio de Janeiro fino a poter ammirare le spettacolari Cascate di Iguazù sul confine tra Argentina, Brasile e Paraguay.
E dopo aver incontrato un amico trentino a Buenos Aires in Argentina, da Puerto Madryn ci catapultiamo in uno dei viaggi più ostinati e lunghi mai intrapresi prima, venti ore di tragitto in pullman.
Il viaggio da Puerto Madryn a Bariloche è stato il segno che qualcosa stava cambiando, e che noi dovevamo contemporaneamente prendere in considerazione tutte le alternative possibili, per cambiare le nostre intenzioni nel più breve tempo possibile.
Prima di partire, abbiamo dovuto fare una visita di controllo all'ospedale per ottenere un certificato di viaggio. Ma all'inizio dell'allerta, neppure il direttore dell'ospedale era informato delle nuove normative nazionali riguardanti questo certificato.
Durante le venti ore di pullman (che per chi vive in Argentina è considerato “normale” viste le immense distanze) veniamo fermati quattro volte dalla polizia per il controllo passaporti effettuato solo ai turisti. Le mascherine che non ti lasciano respirare durante la notte e il terrore di “cosa sta succedendo”.
Arrivati a Bariloche, Nicola ha iniziato ad andare nel panico. Un sacco di idee create dallo stress e l'opzione di prendere un altro autobus (di altre venti ore, col rischio di stancarsi e ammalarsi) per arrivare a Buenos Aires. Li pensava di prendere un volo per un'altra destinazione magari al caldo per cercare di scappare dal "nemico".
L’opzione di tornare in Italia era stata scartata, considerato il contagio in crescita nella nazione. Con la lucidità di Jessica abbiamo deciso di fermarci e riflettere sul da farsi. Non avevamo ancora deciso precisamente cosa fare, ma dopo essere arrivati in questo posto ci siamo sentiti al sicuro, e abbiamo deciso di fermarci a ragionare.
La quarantena per noi in Argentina è incominciata il 18 marzo, e imposta con regole più restrittive due giorni dopo. All'inizio solo di due settimane e poi prolungata fino al 12 Aprile.
Bariloche, questa cittadina al nord della Patagonia (con popolazione grande come Trento), isolata da tutto e tutti al confine con il Cile, ci fa sentire un po’ al sicuro come se fossimo tra le montagne del Trentino.
Un lago con in lontananza, diverse montagne di altezza diversa che in inverno si copriranno di neve. Cerchiamo di ritrovare la calma in riva a lago giocando a colpire un sasso isolato sulla riva con dei sassolini più piccoli ed apprezzare la calma prima della tempesta. Il giorno dopo essere arrivati abbiamo iniziato ad organizzarci facendo una grande spesa che ci potesse durare almeno per due settimane, infatti non siamo usciti fino all’ultimo pacchetto di pasta che avevamo.
Jessica non ha nemmeno visitato Bariloche. Nicola ha avuto la possibilità di visitarla frettolosamente in un pomeriggio. Grazie a una bicicletta trovata nell‘appartamento è andato a procurare le mascherine e dei vestiti più pesanti per l’inverno che affronteremo probabilmente qui. Ora siamo rinchiusi in casa seguendo le direttive nazionali. Tutto il mondo sta affrontando questa situazione critica e anche noi dobbiamo aspettare pazientemente.
Il nostro viaggio non si è fermato; siamo solo in una “pausa”, reinventandoci tutti i giorni senza paura. Due settimane sono volate e abbiamo sfruttato il tempo per iniziare a studiare lo spagnolo, a fare esercizi in casa mattutini, scrivere articoli di viaggio e motivazionali sul nostro sito, a cucinare un sacco di prelibatezze e continuare a parlare in inglese tra di noi come eravamo abituati a fare in Inghilterra.
Ora si pensa davvero a lungo termine dato che qui il “picco” del contagio è atteso per maggio. Abbiamo avuto dei contatti a Buenos Aires e inizieremo a fare delle chat per praticare lo spagnolo con un professore.
Dedicheremo del tempo a sognare in grande facendo ricerche su posti da visitare in sud America e Argentina se in futuro verranno dati i permessi per gli spostamenti. Un pensiero al “cosa sarà il nostro futuro” è costante ma senza la paura di guardare avanti, cercando spunto per migliorare e reinventarsi dal niente.
Distanti da casa ma sempre in contatto con le nostre famiglie e i nostri amici cerchiamo di trasmettere solo energia positiva. Vivere al meglio ogni giorno, cercando di sfruttare al massimo le nostre fortune e qualità. Le opzioni e i progetti per il dopo sono vari, con la speranza di proseguire il nostro viaggio ci siamo dati una lista dei posti che ci piacerebbe davvero visitare.
Ovviamente con la consapevolezza che chissà se si potrà, quando e come sarà, ma di una cosa siamo sicuri: il modo in cui visiteremo il mondo sarà certamente con occhi diversi.
Vogliamo ringraziare Mondotrentino per l'opportunità che ci ha dato di raccontare la nostra storia e le nostre emozioni. FORZA e sempre avanti!”. (intervista fatta nell'aprile del 2020).