Provincia / Il caso

Terremoto all'Apss: vaccino alla moglie, si dimette il dirigente Nava

Il 5 gennaio scorso Alma Chiettini, giudice, ricevette una dose Pfizer pur non rientrando nelle categorie cui spettava. Sull'episodio è scoppiata una bufera all'Azienda sanitaria trentina, gelido il numero uno Benetollo: "Ne prendo atto". La vicenda segnalata anche alla Procura

di Luisa Maria Patruno

TRENTO - Il 5 gennaio scorso, quando la campagna di vaccinazione anti-Covid stava iniziando a muovere i primi passi, con le ancora rare somministrazioni di vaccino Pfizer al personale sanitario e agli anziani delle Rsa, la signora Alma Chiettini, 60 anni, moglie del dottor Enrico Nava, direttore per l'Integrazione socio sanitaria dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari, riceveva anche lei - non è stato ancora spiegato dove, come e soprattutto per quale motivo - una preziosissima dose di vaccino. Una dose che - in base ai criteri di priorità - avrebbe dovuto andare, invece, a una anziana allettata in casa di riposo, oppure a un medico impegnato nelle terapie intensive.Ieri, però, la notizia di quanto accaduto ai primi di gennaio - e poi con la seconda iniezione di richiamo - ha iniziato a circolare.

Nel pomeriggio, dunque, abbiamo contattato direttamente il direttore Nava, che è una delle tre figure di vertice dell'Azienda sanitaria, che affiancano il direttore generale Pier Paolo Benetollo, nel consiglio direttivo, per capire per quale ragione la moglie avesse ricevuto il vaccino in quei giorni.Avrebbe potuto anche essersi trattato di una dose che "avanzava" per mancanza di soggetti da vaccinare.

E per non buttarla via - come si dice - il direttore, lì per lì, potrebbe aver pensato di chiamare la moglie. La prima persona che gli è venuta in mente. Chissà. A domanda precisa, però, Nava non ha voluto dare una spiegazione. Limitandosi a poche frasi imbarazzate: «Non posso darle un riscontro. È una questione di privacy. Scriva pure che non rispondo».

Fine della conversazione.Poche ore dopo, però, in serata, arriva il secco e conciso comunicato da parte dell'Azienda sanitaria in cui in tre parole si informa: «Nel pomeriggio di oggi il dottor Enrico Nava ha presentato le dimissioni dal ruolo di direttore per l'Integrazione socio sanitaria per motivi personali». E si aggiunge: «Il direttore generale dell'Azienda sanitaria, Pier Paolo Benetollo, ne ha preso atto».

Né un ringraziamento, né un saluto a Nava (che comunque resta dipendente, non si è licenziato). Insomma, una comunicazione gelida che lascia capire che dietro queste dimissioni improvvise e probabilmente "indotte" dai vertici dell'Azienda, c'è un fatto ritenuto gravissimo e inaccettabile e di cui, a quanto si apprende, Benetollo e il direttore sanitario Antonio Ferro erano rimasti all'oscuro, finché lo stesso direttore Nava non li ha informati della cosa.

Ora, l'Azienda sanitaria ha già fatto sapere che aprirà un'indagine interna per capire come è potuto accadere e come sono andate le cose. Chi ha somministrato il vaccino alla signora Nava? Lo stesso direttore, che è medico, o qualcun altro? E chi ha preso la decisione? Dell'episodio è stata informata ieri anche la Procura della Repubblica, che potrebbe valutare eventuali profili di rilevanza penale.

La vicenda assume un profilo ancora più sconcertante se si considera che Alma Chiettini non è semplicemente una moglie, ma è un nome molto noto a Trento per essere stata prima una dirigente del consiglio provinciale e poi per alcuni anni giudice del Tar (Tribunale di giustizia amministrativa) del capoluogo. Attualmente è giudice di una sezione della Commissione tributaria sempre di Trento. È anche socia di Soroptimist Trento, associazione do donne che "contano". Insomma, è un personaggio di suo, prima di essere la moglie di Enrico Nava.

Ma questa volta la donna di legge Chiettini deve ringraziare il marito se a dispetto di centinaia di migliaia di trentini in attesa del loro turno, lei a 60 anni, già il 5 gennaio ha potuto beneficiare della sua prima dose di Pfizer e poi ha ricevuto anche la seconda e quindi è tra i pochi sessantenni immunizzati (fatte salve le categorie prioritarie).Brutta uscita di scena dunque - speriamo per troppo amore - per il dottor Nava, che da una vita è dipendente dell'Azienda sanitaria di cui ha scalato i gradini arrivando al vertice.

Fu assunto infatti nel 1988 all'Ufficio del Medico provinciale di Trento. Poi si è occupato di igiene pubblica e medicina preventiva, di promozione ed educazione alla salute ed infine all'organizzazione dei servizi sanitari territoriali. È stato direttore di distretto Centro Nord - quando c'erano - prima di diventare direttore per l'Integrazione socio-sanitaria, incarico da cui ieri è stato - a quanto è emerso - invitato a dimettersi.

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