Nuovo elettrodotto sulla Marzola: 29 tralicci alti fino a 42 metri, è la «transizione ecologica», bellezza
Via libera della Provincia, nulla osta dal Comune di Trento: taglio di boschi e paesaggio stravolto, ma per l’assessore Facchin «consentirà una diminuzione di anidride carbonica»
VALSUGANA «L'elettrodotto va interrato»
LIZZANA Si abbattono i tralicci
TRENTO. Un progetto che ha «navigato sommerso», per poi emergere all’improvviso quando ne sono stati informati i consigli circoscrizionali della collina Est: la Terna ha chiesto di poter realizzare un nuovo elettrodotto che attraverserebbe tutta la Marzola da Oltrecastello a Mattarello, la Provincia ha detto sì ed il Comune di Trento non ha nulla da obiettare.
Sulla questione dei tralicci Terna ai piedi della Marzola per la realizzazione della nuova linea elettrica di media/alta tensione si era già espresso il consiglio circoscrizionale di Povo ad inizio dicembre. Poi è stata la volta di quello di Villazzano che a fine gennaio, su proposta dei consiglieri di Europa Verde Giongo e Valer, ha interrogato il Comune per chiedere informazioni sulla vicenda, e per verificare in sostanza la possibilità di un parziale interramento della linea elettrica. Ma non è previsto, quindi «niet».
Si tratta di un progetto (per un investimento complessivo di 17 milioni di euro) che, lo ricordiamo, vuole piazzare sulle falde della Marzola 29 tralicci dell'alta tensione (con altezze che variano dai 24 ai 42 metri) con un impatto paesaggistico devastante, un esbosco indiscriminato e conseguenti prevedibili danni a flora e fauna su tutta la fascia pedemontana.
Preoccupazione e interrogativi legittimi che in questi giorni hanno subito una vera e propria doccia fredda con la risposta del Comune, attraverso la dirigente del servizio “Sostenibilità e transizione ecologica” Luisella Codolo: «Come condiviso con l'assessore alla Transizione Ecologica, mobilità, partecipazione e beni comuni» (Ezio Facchin) che lascia ben poco spazio alla fantasia ed alla speranza di un ripensamento del progetto. Una risposta sconfortante in cui si afferma addirittura che: «… l'opera avrà una ricaduta positiva anche sull'ambiente, considerando che garantirà una riduzione delle perdite della rete con una conseguente notevole diminuzione delle emissioni di anidride carbonica …».
Nessuna concessione neppure per l’ipotesi di interramento: «… nel parere favorevole espresso dalla Provincia Autonoma di Trento – scrive infatti il Comune - ... così come nel decreto di rilascio della compatibilità ambientale, non vi sono prescrizioni circa obblighi di interramento o di ulteriori valutazioni in merito…». Anche perché, ci tiene a sottolineare l’architetto Codolo, «... una modifica, come l'interramento di un tratto della linea o comunque una sostanziale modifica del tracciato, comporterebbe necessariamente una nuova progettazione e nuovo passaggio in procedura di valutazione dell'impatto ambientale: di fatto si perderebbero 6 anni di lavoro…».
Non c’è tempo da perdere dunque per il Comune, nonostante l’apparente disponibilità della Provincia che nel marzo 2020, in una risposta a un’interrogazione di Lucia Coppola aveva dichiarato che: “… laddove sia possibile, la giunta ritiene che realizzare o sostituire intere linee con elettrodotti in cavo interrato sia, in generale, preferibile...».
A seguito della risposta del Comune il consigliere circoscrizionale di “Europa Verde” a Povo Aldo Giongo ha proposto alla circoscrizione un interpellanza alla Giunta Comunale per «conoscere i motivi per una simile inqualificabile condotta, chiedendo senza indugio la revisione del progetto prevedendo l’ interramento del tratto in premessa».
Certo è che da tutta questa vicenda, fra i consiglieri una domanda emerge spontanea nei confronti della giunta Ianeselli: siamo sicuri che riempire la montagna di tralicci e perforare il fondovalle fa parte della “transizione ecologica”?