Coronavirus / Alta tensione

Vaccini, adesso si rischia il caos: i medici di base minacciano di sospendere le somministrazioni

Pfizer a chi prenota al Cup, Astrazeneca a chi si rivolge in laboratorio. L’Azienda sanitaria modifica i criteri

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di Patrizia Todesco

TRENTO. Sono arrabbiati i medici di famiglia che minacciano di non vaccinare più. Sono frastornanti i pazienti che si sono sentiti ripetere per settimane che il trattamento, se si prenota attraverso il Cup o ci si rivolge ai medici di famiglia è lo stesso in quanto a tutti, nella fascia di età 70-79, avrebbe dovuto essere somministrato il vaccino AstraZeneca.

E invece così non è. L'Azienda sanitaria, senza pubblicizzare nulla, ha cambiato le carte in tavola. La sorpresa è arrivata ieri quando i pazienti della fascia di età 70-74 anni hanno iniziato a prenotarsi attraverso il Cup on line.

L'appuntamento della seconda dose veniva fissato dopo 21 giorni. Come è possibile se per AstraZeneca è previsto un lasso di tempo tra la prima e la seconda che va dai 60 ai 70 giorni? Presto detto: il vaccino loro riservato in questa fase è Pfizer.

In un momento in cui rimbalzano continuamente notizie sulla sicurezza di AstraZeneca e considerato che Pfizer consente di avere la seconda dose in meno di un mese (accorciando dunque i tempi in cui si è protetti) perché i pazienti, potendo scegliere, dovrebbero rivolgersi ai medici di medicina generale per il vaccino AstraZeneca? Nella migliore delle ipotesi, chi ora si rivolge al medico di famiglia vedrà fissata la seconda dose dopo la metà di giugno. Chi va con l'Azienda a fine maggio è protetto.

Nicola Paoli, segretario della Cisl medici, ieri era decisamente arrabbiato dopo che più colleghi lo avevano informato della questione. «Ho chiamato il dottor Ferro per chiedergli spiegazione e mi ha risposto che AstraZeneca lo danno a noi medici e nei punti vaccinali usano Pfizer. A questo punto noi smettiamo di vaccinare perché ci sentiamo presi in giro e non vogliamo nemmeno perdere la faccia con i nostri pazienti. Abbiamo sempre detto loro che rivolgendosi a noi o al Cup il vaccino che avrebbero ricevuto sarebbe stato lo stesso, ossia AstraZeneca e invece ora viene fuori che non è più così. Il sistema fa acqua e siamo caduti nel ridicolo. Ovvio che poi le persone non si fidano, non si può dire una cosa e farne un'altra».

Oltre a questo cambio di rotta poco trasparente dell'Azienda, Paoli fa notare che non c'è coordinamento nemmeno sulle liste di vaccinazione. «Ho sempre chiesto che ci siano liste comuni, ossia che uno non si possa iscrivere da noi e anche al Cup on line altrimenti c'è confusione, ma niente, nulla è stato fatto per migliorare».

Paoli fa poi presente che molti medici stanno ricevendo i flaconi di AstraZeneca che erano stati precedentemente sequestrati dai Nas a scopo precauzionale. «A me sono arrivati dosi di una dottoressa che dista 120 chilometri dal mio ambulatorio. Come faccio a sapere che questo vaccino è stato sempre correttamente conservato?».

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