L’allarme dei sindacati: serve un piano di politica industriale, o sarà emergenza sociale
A giugno potrebbe scattare la revoca del blocco dei licenziamenti, per Cgil, Cisl e Uil bisogna costruire subito strumenti per l’occupazione e il rilancio
TRENTO. "Serve un piano straordinario di formazione e riqualificazione e adeguati strumenti di politica industriale da affiancare agli ammortizzatori per chi resta senza lavoro". Lo affermano in una nota Cgil, Cisl e Uil del Trentino.
"Il problema non è tanto quando verranno sbloccati i licenziamenti, se a giugno o, come auspichiamo, più in là, magari ad ottobre. Il tema vero - sottolineano i sindacati - è farsi trovare attrezzati per non dover gestire quella che, magari non subito, ma nei prossimi mesi rischia di essere un'emergenza sociale".
Dichiarazioni di Andrea Grosselli (Cgil), Michele Bezzi (Cisl) e Walter Alotti (Uil)
“Siamo completamente d’accordo con il presidente Mario Draghi quando dice che le prossime settimane debbono essere quelle della progressiva riapertura delle attività economiche e che questo però deve avvenire in sicurezza garantendo la salute pubblica.
Dobbiamo infatti evitare in ogni modo che dopo l’ennesima riapertura si debba procedere a nuove chiusure di fronte ad un improvviso aumento dei contagi. Le aziende ed le lavoratrici ed i lavoratori hanno bisogno di stabilità e non di un continuo stop and go che sarebbe esiziale per tantissime imprese.
In Trentino la pressione sugli ospedali resta ancora molto alta e sappiamo che, se non si agisce con prudenza i contagi possono tornare a salire velocemente e con essi le ospedalizzazioni. La Giunta provinciale ne è consapevole e per questo va aumentata in questa fase la capacità di testare e tracciare, in attesa dei test salivari.
Per Cgil Cisl Uil va data massima priorità all’emergenza sanitaria e alla campagna vaccinale, concentrandosi su persone over 60 e sui fragili, invece di disperdere i vaccini in mille rivoli . Garantire la massima efficienza della macchina sanitaria per aumentare le immunizzazioni giornaliere delle persone più suscettibili al Covid è l’unica vera strategia per permettere la riattivazione stabile di tutte le imprese.
Tra l’altro sta ormai arrivando la bella stagione e con essa la possibilità di stare all’aperto. Si potrebbe quindi sperimentare ciò che ha già fatto la Gran Bretagna, ossia la riapertura dei pubblici esercizi, dei ristoranti e dei bar all’aperto considerato il fatto che il rischio contagio in luoghi non chiusi si abbassa notevolmente. Per tutte le altre attività, quelle turistiche ed alberghiere, va poi promosso lo strumento dei certificati verdi digitali (digital green certificate) su cui l’Unione Europea sta puntando per garantire i viaggiatori da e per l’Europa in modo da accertare l’immunizzazione dopo aver passato l’infezione o esserne stato vaccinato o l’assenza di contagio grazie ad un tampone negativo di tutti i turisti”.