Sanità privata trentina, vietato andare in bagno durante il turno? L’attacco dei sindacati
Il nuovo contratto nazionale prevede 14 minuti per vestizione e svestizione del personale, ma per Cgil, Cisl e Uil localmente non è prevista una pausa per bere o andare al gabinetto
TRENTO. Il tempo per bere un bicchier d’acqua o per andare in bagno, quantificato in 10 minuti a turno, è previsto dalle norme. Ma il nuovo contratto, firmato a livello nazionale dopo ben 14 anni di attesa, prevede un ulteriore istituto: 14 minuti per le procedure di vestizione e svestizione a inizio e fine turno; procedure che, in tempi di emergenza Covid e con l’esigenza di indossare un numero notevole di dispositivi di protezione, sono quanto mai opportune e indispensabili.
Ebbene, la posizione delle case di cura private del Trentino, ovvero Solatrix, Villa Bianca, Eremo, Villa Regina e San Camillo è chiara: siccome finora non si sono decurtati dagli stipendi i 10 minuti, ecco che i lavoratori dovranno evitare di appagare le loro esigenze fisiologiche usando quel tempo per la vestizione e la svestizione. Per bere e andare in bagno – evidentemente – ci si potrà pensare a fine turno.
I referenti sindacali di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, Colle / Cont, Pallanch / Traverso e Varagone spiegano: «La proposta delle case di cura, dunque, è che le pause di 10 minuti vadano a compensare il tempo del cambio divisa di 14 minuti. La nostra posizione unitaria è quella di non arretrare di un millimetro da quanto sottoscritto nel contratto nazionale.
Quel contratto definisce in maniera chiara che il tempo per il cambio divisa va riconosciuto e che le modalità di applicazione sono definite in contrattazione di secondo livello, preferibilmente struttura per struttura, non lasciando la possibilità che le strutture siano latitanti nell’applicazione. Diciamo questo perché non vorremmo che le trattazioni fossero costantemente e perpetuamente rinviate.
Nella discussione abbiamo più volte ribadito che la pausa di 10 minuti e il tempo del cambio divisa sono istituti contrattuali ben distinti e che, girando il ragionamento delle aziende dall’altro punto di vista, finora a NON essere stati riconosciuti né pagati sono stati i tempi di vestizione e svestizione che, di fatto e da sempre, allungano i turni di ogni lavoratore.
Le pause fisiologiche sono previste dalla normativa, ma soprattutto dal buon senso: bere un goccio d’acqua o andare in bagno non possono essere considerati momenti di interruzione del servizio. Non arretreremo sull’applicazione del Contratto collettivo nazionale della sanità privata; ci confronteremo coi nostri delegati nelle strutture e prenderemo con loro le decisioni del caso».