Il grido di dolore dei maestri da sci: “La Provincia destini al nostro settore 12 milioni”
Mario Panizza in Seconda commissione: “Il 20% di quella cifra sarebbe da destinare alle aziende (scuole di sci e associazioni, in base al fatturato), l’80% agli istruttori in base alle singole denunce dei redditi”
TRENTO. Misure e risorse anticrisi, in Seconda commissione oggi si è parlato anche dei maestri da sci. Una delle categorie più colpite dalla crisi economica legata al Coronavirus.
Alberto Kostner, presidente dell’associazione maestri di sci, ha rappresentato la problematica dei maestri di sci che hanno solo la stagionalità invernale, per la maggior parte con reddito primario da questa attività e che non sono privi di reddito da oltre 13 mesi. "Vista la limitatezza e insufficienza dei ristori stanziati dallo Stato”, ha domandato alla Provincia l’integrazione degli aiuti con circa 12 milioni di euro per dare un sostegno congruo ai 2.500 maestri professionisti.
Il Presidente del Collegio maestri di sci del Trentino Mario Panizza ha ribadito la richiesta sottolineando l’importanza di salvare le scuole di sci e le associazioni della filiera. I 12 milioni sarebbero da destinare per il 20% alle aziende (scuole di sci e associazioni, in base al fatturato), l’80% ai maestri di sci in base alle singole denunce dei redditi.
Tina Stolcis, presidente dell’associazione accompagnatori di media montagna del Trentino ha definito la situazione del comparto “meno tragica rispetto a quella dei maestri di sci” con la scorsa estate andata discretamente, mentre l’autunno ha accusato molto il fermo. Gli iscritti al collegio sono 170, alcuni professionisti in maniera esclusiva, altri ad integrazione del reddito: chiediamo di essere presi in considerazioni in questo momento di difficoltà nelle forme ritenute più opportune.