Il nuovo ospedale di Cavalese, e la casa di Jesolo che Segnana ha comprato da Mak
L’assessore alla sanità potrebbe dare il via libera: con il gruppo Mak ha già fatto affari ma «All’epoca non ero neanche assessore» e comunque «L’ho comprata io ma i soldi erano di mio marito»
TRENTO. Da settimane nelle valli di Fiemme, Fassa e Cembra si parla della questione ospedale. A fare discutere è il progetto proposto in Provincia da una cordata di imprenditori, con capofila la Mak Costruzioni di Mirko e Andrea Pellegrini. La proposta - un project financing da 120 milioni di euro, 94 posti letto, 110.000 metri cubi, di cui 30.000 interrati, su una superficie di 30.000 metri quadrati nella piana di Masi di Cavalese - è al vaglio del Navip (Nucleo per la valutazione degli investimenti pubblici proposti da privati).
Se il pacchetto verrà dichiarato di interesse pubblico si dovrà scegliere fra questo e il progetto originario di ristrutturazione dell'ospedale esistente (progetto da 46 milioni, sostenuto dall'amministrazione comunale di Cavalese). Mario Tonina, assessore provinciale all'ambiente, nonché «numero due» della giunta a trazione leghista guidata da Maurizio Fugatti, ha detto che si deve aspettare il parere dei tecnici e poi quello dei territori: «Solo dopo Trento potrà muoversi in una direzione o nell'altra».
Quella che si sta giocando è una partita cruciale per il "sistema sanità", non solo per l'entità delle somme in ballo, non solo perché l'obiettivo dichiarato è quello di avere un ospedale efficiente per le Olimpiadi invernali del 2026, ma perché quello di Fiemme, Fassa e Cembra sarà un tassello fondamentale della politica della salute dei prossimi anni.
Ovvio quindi che i fari siano puntati sulla Provincia e in particolare sull'assessore alla salute Stefania Segnana, che in questi giorni ha preso tempo evitando di pronunciarsi sulle questioni caldissime di Cavalese. E in questa fase l'Adige ha ottenuto dei dati riguardanti l'acquisto di un appartamento che l'assessora ha perfezionato nel 2019.
Ma cosa c'entrano gli affari privati di Segnana con le questioni di sanità pubblica? Si tratta di un immobile per le vacanze nella località marina di Jesolo, in provincia di Venezia, dove la Mak - che è un gigante dell'edilizia trentina, la stessa dell'operazione dell'ospedale di Masi - ha realizzato una serie di casette vacanza. Segnana lo ha acquistato dalla Mak Invest, ramo di azienda immobiliare con sede sempre a Lavis (Mak Costruzioni e Mak Invest si muovono su binari separati ma paralleli).
L'investimento da parte di Segnana affonda le radici nel 2016 quando lei non sedeva ancora nella giunta provinciale. Era ancora consigliera comunale a Borgo Valsugana. Di lì a poco avrebbe spiccato il volo nella "politica grande" sostenuta da una Lega sempre più forte (alle elezioni politiche del 2018 venne eletta alla Camera dei Deputati e poi alle provinciali dell'ottobre dello stesso anno, divenendo assessore alla salute). L'acquisto con la definizione del prezzo è stato protocollato dall'Agenzia delle Entrate nel maggio 2019.
Parliamo di un appartamento in zona turistica, quattro vani, 74 metri quadrati a cui se ne devono sommare 66 di area giardino: un investimento medio, di quelli che si possono fare quando si ha una certa disponibilità economica e si vuole avere una rendita sicura. Niente di illegittimo. Tutto a posto sul piano giuridico.
Altra questione è quella dell'opportunità sul piano politico, visto il ruolo delicatissimo che Stefania Segnana ricopre nell'esecutivo provinciale. Abbiamo cercato di contattarla per avere un suo commento su una linea di azione che, vista magari dai banchi dell'opposizione, potrebbe risultare un po' "leggera", una nota stonata nella sinfonia sulla trasparenza della politica trentina.
Raggiunta in consiglio provinciale, la diretta interessata ci ha detto che si tratta di «un investimento regolare, avviato qualche anno fa». Ci mostra i messaggi Whatsapp, datati 2017 e poi 2018, tra lei e il marito che si è occupato in buona parte dei capitolati. «All'inizio non ero neanche in giunta. Ero in Comune».
Le carte di protocollo dell'Ade segnano l'anno 2019. «Sì, ma perché ci sono stati ritardi nella costruzione e quindi nella consegna. Chi fa girare queste informazioni fa solo una cattiveria. Non credo che mi si possano imputare cose».
Forse la non opportunità politica? «Stiamo parlando di un complesso edilizio a Jesolo, dove tantissimi trentini hanno acquistato per le vacanze o per degli investimenti. All'epoca non ero assessore, non avevo neanche quel tipo di disponibilità economica, infatti l'investimento è stato fatto a nome mio con risorse di mio marito».