Politica / Il caso

Sindacati contro la Provincia: “Il nuovo assegno universale statale rischia di essere una beffa per le famiglie trentine”

Cgil, Cisl e Uil: le famiglie di lavoratori autonomi e disoccupati che in Trentino beneficiano già oggi dell’assegno unico provinciale, riceveranno sì il nuovo sostegno statale per i nuclei con figli ma in misura sicuramente ridotta, a parità di condizione economica, rispetto alle altre famiglie italiane

TRENTO. Dal 1° luglio sarà possibile chiedere il nuovo assegno universale per le famiglie. La misura, varata dal Governo nazionale venerdì, rischia per i sindacati trentini di lasciare l’amaro in bocca a molti trentini e, indirettamente, a gravare sulle finanze della Provincia. L’assegno ponte, che da qui alla fine dell’anno riguarderà solo i nuclei con figli che non hanno diritto agli assegni familiari (disoccupati e lavoratori autonomi in particolare) e con un Isee fino a 50mila euro, è compatibile ma non complementare con i sostegni provinciali. Lo conferma la lettura del decreto legge pubblicato in Gazzetta ufficiale giusto ieri sera, martedì 8 giugno.

In buona sostanza, dunque, tra le 3.000 e le 5.000 famiglie di lavoratori autonomi e disoccupati che in Trentino beneficiano già oggi dell’assegno unico provinciale, riceveranno sì il nuovo sostegno statale alle famiglie con figli ma in misura sicuramente ridotta, a parità di condizione economica, rispetto alle altre famiglie italiane. Questo solo perché le provvidenze di Piazza Dante non sono considerate integrative della misura statale e dunque influiscono in termini di reddito sul calcolo dell’Isee, facendo aumentare l’indicatore della condizione economica e quindi riducendo il corrispettivo percepito dalle famiglie trentine. Una beffa per un territorio che da anni investe sulle politiche per la famiglia.


“Altro che pregiudizi verso il Governo provinciale - tuonano i tre segretari di Cgil, Cisl, e Uil, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti -. Ogni giorno che passa l’inadeguatezza della Giunta Fugatti nel gestire queste partite diventa sempre più palese. Da più di un anno chiediamo all’assessora alle Politiche sociali e alla famiglia Segnana e al Presidente Fugatti di aprire un confronto con le nostre organizzazioni ed essere così più forti nei negoziati con Roma al solo scopo di trovare una soluzione ad un problema che eravamo certi si sarebbe presentato. La giunta ci ha ignorati ed ha atteso fino troppo per attivarsi. Non basta mandare una lettera alla Ministra competente per risolvere un tema così complesso. I risultati si son visti: il nuovo assegno familiare statale rischia di essere più basso per le famiglie trentine”.

La preoccupazione dei sindacati è che il meccanismo venga confermato e reso strutturale anche nei decreti legislativi che dovranno definire, a partire dal 1° gennaio, il nuovo assegno unico universale statali: “Se così fosse a pagarne le conseguenze sarebbero tutti i 32mila nuclei familiari” che oggi in Trentino ricevono i sostegni per i figli da parte della Provincia. Per questo Cgil Cisl Uil chiedono con forza alla Giunta di agire subito per correggere il decreto almeno in fase di conversione in legge. Intanto però dal 1° luglio, quando inizierà la raccolta delle domande del nuovo assegno familiare statale, la situazione sarà questa.

“Siamo davvero senza parole - ammettono i segretari generali di Cgil Cisl Uil del Trentino - Questo è il modo in cui la giunta Fugatti tutela le famiglie trentine e sostiene la natalità. E’ evidente che in Piazza Dante sono più impegnati a discriminare tra famiglie italiane e straniere e a cercare ogni espediente per non riconoscere gli stessi diritti a tutti i bambini, come dimostra la vicenda dell’assegno di natalità provinciale, piuttosto che tutelare davvero tutte le famiglie che vivono in Trentino rafforzando le competenze dell’Autonomia e salvaguardando il bilancio provinciale che si alimenta prevalentemente con le tasse delle lavoratrici e dei lavoratori, delle pensionate e dei pensionati che vivono e operano in provincia. Su questo fronte la Giunta si sta dimostrando incapace di aiutare concretamente i nuclei che vivono nel nostro territorio. Tutto ciò è inaccettabile soprattutto perché a pagarne le spese saranno ancora una volta i trentini”, concludono i tre segretari.

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