William, il bambino a cui piacevano i Pokemon: morto a 10 anni in bicicletta, il ricordo del papà
La tragedia a Bosco di Civezzano, dove era in vacanza dai nonni: giovedì alle 17 l’estremo saluto al cimitero di Rovereto
ROVERETO. «Era un bambino vivace. Gli piacevano i Pokèmon ed aveva iniziato a giocare a calcio. Faceva le cose da bambino, insomma. Ed era altruista, un bambino attento agli altri».
La voce di papà Cristian è ferma mentre racconta del suo William. A poche ore dalla notizia più terribile della morte del piccolo che purtroppo è arrivata ieri mattina, le sue parole danno vita ai ricordi. Anzi, dopo così poco tempo, sono ancora sensazioni, emozioni.Il suo bambino biondo, vivace, che se ne usciva sempre con un pensiero per gli altri e che sabato stava assaporando l'inizio di un'estate che doveva essere spensierata nella casa dei nonni a Bosco di Civezzano.
«É stata una cosa improvvisa» commenta il suo papà che un istante torna ai momenti più drammatici. L'incidente, i soccorsi, la corsa in ospedale e quelle ore sospese. «Sono state ore disastrose» racconta.
Ora è il momento del suo funerale, fissato per giovedì alle ore 17 al cimitero San Marco di Rovereto. Il papà non pronuncia la parola, perché è così innaturale per un genitore pensare a questo. Di fronte ad un figlio che sta crescendo si pensa soltanto al futuro, a volte fantasticando su come diventerà quel piccolo uomo. Lo ha cresciuto insieme a mamma Sonia e ai due fratelli: una sorella più grande e un altro maschietto.
A Rovereto li confondono i due fratelli. «Sono biondi tutti e due, quasi uguali, e William passava sempre a prendere le carte dei Pokémon» racconta un edicolante. É incredulo.
«Era un bambino vivace, gli piacevano i Pokèmon e il calcio» racconta papà Cristian. «Era in quarta elementare, aveva finito la quarta e sarebbe andato in quinta alle Regina Elena, in centro. Noi abitiamo lì, la mia è una famiglia storica di Rovereto. Era ancora piccolo, gli lasciavamo fare quello che preferiva e la sua grande passione per ora erano le sue cose di bambino».
Eppure del suo carattere già si intravedevano alcuni aspetti che lo rendevano unico: «Era molto altruista, attento agli altri. Se qualche amichetto aveva bisogno di qualcosa o anche solo se si accorgeva che aveva una figurina doppia, pensava subito di regalarla. D'estate venivamo qui, nella casa dei nonni a Bosco, dove sono molto più liberi».
Una spensieratezza ancor più desiderata in un anno di regole e restrizioni anche per i più piccoli. William la stava assaporando, la sua estate era appena iniziata.