Crisi Apss: il direttore Benetollo resta al suo posto (per ora)
Lo comunica il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, annunciando che tra oggi e domani la giunta riceverà i risultati del lavoro della commissione interna presieduta da Antonio Ferro sul caso ginecologia, scoppiato dopo la scomparsa della dottoressa Sara Pedri
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TRENTO. Il direttore generale dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari di Trento, Pier Paolo Benetollo, resta, per ora, in carica e con le sue funzioni.
Lo ha comunicato il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, in conferenza stampa.
Benetollo (nella foto con l'assessora alla salute, Stefania Segnana) aveva rimesso verbalmente il proprio mandato nella mani della Giunta provinciale perché aveva riconfermato Saverio Tateo, il primario del reparto dove lavorava Sara Pedri, la ginecologa scomparsa il 4 marzo in Trentino, informando tardivamente il presidente della Provincia Fugatti, come lo stesso governatore aveva sottolineato in conferenza stampa venerdì scorso.
La posizione di Benetollo è rimasta "congelata" sul tavolo della Giunta provinciale per tutta la settimana e lo rimarrà anche nelle prossime ore.
"Abbiamo incontrato Benetollo, il quale conferma la volontà di rimettere il proprio mandato, non ci sono dimissioni sottoscritte, è e rimane in carica", ha detto Fugatti annunciando che tra oggi e domani la Giunta provinciale avrà i risultati del lavoro della commissione interna presieduta da Antonio Ferro, direttore del Dipartimento prevenzione dell'Azienda sanitaria, "e questo sarà un tema interessante per dare una valutazione generale concreta e realistica", ha aggiunto il governatore del Trentino.
Al direttore del reparto dove lavorava Sara Pedri, la ginecologa di 31 anni di Forlì scomparsa da marzo e sul quale ora la Procura sta tentando di fare luce, era stato consigliato un periodo di ferie, da cui è rientrato lunedì.
E la Giunta "aveva manifestato l'inopportunità di questo", ha detto Fugatti, precisando però che la turnazione dei medici non dipende dalla Giunta provinciale ma dall'Azienda sanitaria.
In reparto, secondo quanto riferito da alcune professioniste che vi hanno lavorato e dalla famiglia di Sara Pedri, il clima per il personale non sarebbe stato facile, con presunte pressioni e umiliazioni. Un clima forse all'origine della scomparsa della donna.
"L'esperienza a Trento doveva essere formativa ma purtroppo ha generato in me un profondo stato d'ansia a causa della quale sono completamente bloccata", aveva scritto la ginecologa in una lettera trovata dai carabinieri nell'abitazione della dottoressa di Cles e pubblicata per la prima volta dal settimanale "Giallo".
In un altro passaggio Sara Pedri scrive: "I risultati ottenuti sono solo terrore. Sono stata addirittura chiamata a colloquio perché ho perso troppo peso". Intanto anche l'Ordine dei medici del Trentino ha programmato le audizioni degli iscritti e inviato una richiesta di esame all'ordine di iscrizione di Tateo, quello di Milano.