Il grande giorno di Inghilterra-Italia, cresce l’attesa per la finale: ecco come la vivranno i vip trentini
Riccardo Felicetti, patron del noto pastificio di Predazzo che esporta in tutto il mondo: “Se vincessimo, domani potrei dire un sarcastico "Mi spiace tanto" ai miei contatti inglesi: per la nostra azienda l'Inghilterra è il secondo mercato estero”. Il senatore de Bertoldi a Riccione
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TRENTO. Se sarà una notte magica nessuno può prevederlo. L'Italia è in fibrillazione per la finale degli Europei di calcio che vede i convincenti azzurri di mister Roberto Mancini opposti all'Inghilterra nel tempio del pallone, di Wembley, a Londra. Una finalissima che oppone il calcio mediterraneo a quello anglosassone. Forse, la finale perfetta. Che riabilita la nostra nazionale dall'amara esclusione dal mondiale 2018 in Russia. Sembra un secolo fa: epoca pre-Covid.
Tra bar, locali, maxischermi all'aperto, case private, facendo lo slalom tra timori di varianti, mascherine, distanziamento impossibile, voglia di socialità, di leggerezza e di un po' di sano e recuperato orgoglio nazionale, come si stanno preparando alcuni trentini noti? Nonostante l'understatement tipicamente trentino, ci permettiamo di chiamarli Vip, per una sera. Dove, con chi e con quali riti scaramantici seguiranno le gesta di Chiellini e compagni?
Giuseppe Ferrandi è il direttore della Fondazione Museo storico del Trentino, ma anche appassionato sportivo, podista e fondista: «Stasera sarò in viaggio, in macchina, con tutta la famiglia, diretto verso la costa del Cilento, in Campania. Parto al pomeriggio. Non so dove sarò alle 21. L'idea è di seguire la partita dall'autoradio, ma credo che il resto della famiglia mi chiederà di fermarmi in qualche locale lungo la strada». Ferrandi ha tre aggettivi per la squadra di Mancini: «È simpatica, rassicurante, onesta. E il mister è un gran signore, capace di stare un passo indietro e far emergere il collettivo. In questo Europeo è un bel tifare quello per gli azzurri. Le mie partite storiche della nazionale? Italia-Germania 4-3. Avevo 7 anni, ma ricordo la tensione: ero al mare a Lignano. Nel 1982 ero in viaggio a Palermo».
Loredana Cont, attrice e autrice teatrale, è «ai freschi in Vallarsa» in questi giorni. «È già tutto pronto - spiega con la solita verve e ironia l'attrice - nella piazzetta di Foppiano. Schermo, bandiere italiane già usate all'adunata degli Alpini di Trento del 2018 e angurie, frutto tricolore, in ammollo nella fontana del paese. Certo, la finale mi interessa. Le ho guardate tutte le partite dell'Europeo. Noi abbiamo meritato la finale. L'Inghilterra no. Mi sono piaciute Austria e Svizzera. A dire il vero mi ero un po' disamorata del calcio: troppo chiacchiericcio intorno. È un bel gruppo. Solo una cosa non capisco: perché Mancini non ride mai. Comunque, da buona trentina, dopo la quarta macchina che a ogni vittoria azzurra suonava il clacson ho pensato: "Oddio, taca el casìn". Come Nereo Rocco, non dico vinca il migliore, sennò non siamo noi. Se vinciamo bacerò mio marito: le ultime due volte che l'ho fatto era per i Mondiali del 1982 e del 2006!».
Angelo Corradini, presidente della Marcialonga, non sarà in Fiemme a seguire la gara di stasera ma al mare. E dovrà fare il nonno: «Con i miei nipotini di 3 e 6 anni... Con la Spagna abbiamo avuto un po' di fortuna, per il resto siamo stati bravi... Questa squadra mi piace perché è fatta di ragazzi con le facce pulite. Una bellissima immagine per noi all'estero». Sul fronte della politica, tifosissimo azzurro è il senatore Andrea de Bertoldi, di Fratelli d'Italia. Dopo la gioia per la promozione del Trento tra i professionisti, per lui, storico tifoso gialloblù, una finale europea da gustarsi al mare in vacanza: «Stasera sarò al circolo tennis di Riccione. Gli inglesi sono maestri del calcio ma hanno vinto molto poco. Loro sono fisici e noi dobbiamo unire fantasia e imprevedibilità. La primadonna azzurra è il collettivo. Se azzardo un pronostico? Avevo messo gli azzurri tra i primi 4, non in finale. Per stasera mi sbilancio a dire che non ci saranno supplementari o rigori. Chi vince lo fa entro il 90°».
Ma c'è anche una voce fuori dal coro: quasi sicuramente non sarà davanti alla tv Anna Facchini, presidente della Sat. «Nei giorni scorsi ero in montagna e mi è capitato di seguire un pezzo di partita dell'Italia da una radiocronaca... Non ho programmato di vedere la finale. Non amo troppo questi grandi eventi che si credono decisivi, e che hanno un effetto placebo sulle persone, quando poi si trattano i grandi eventi decisivi come fossero una partitella di calcio... Devo dire la verità, preferisco il calcio dei bambini».
Si prepara a seguire la partita in tv in famiglia l'imprenditore e appassionato sportivo Riccardo Felicetti, patron del noto pastificio di Predazzo che esporta in tutto il mondo: «Con serenità e sobrietà - anticipa - cenando prima. In tavola nulla di diverso dal solito. Certo, se vincessimo, domani potrei dire un sarcastico "Mi spiace tanto" ai miei contatti inglesi: per la nostra azienda l'Inghilterra è il secondo mercato estero. Nel 2006 vidi la finale mondiale tra Italia e Francia a una fiera del food a New York. Con un caos infernale...».