Omicidio di Eleonora Perraro, Manfrini deve tornare in carcere (e i suoi avvocati fanno ricorso)
Condannato all’ergastolo per il brutale femminicidio al Sesto Grado di Nago, era ai domiciliari per motivi di salute: «Non ha mai dato alcun segno di pentimento»
ROVERETO. Deve tornare in carcere Marco Manfrini, il cinquantenne di Rovereto condannato all'ergastolo due settimane fa in primo grado per l'omicidio della moglie Eleonora Perraro, avvenuto nella notte tra il 4 e il 5 settembre 2019 a Nago Torbole.
Lo ha deciso la Corte d'Assise di Trento che ha revocato la misura degli arresti domiciliari, concessi in base allo stato di salute dell'uomo e all'emergenza sanitaria, per il rischio di fuga legato alla condanna.
Il ricorso contro questa decisione è stata annunciato dal legale di Manfrini.
Manfrini è stato riconosciuto colpevole della barbara uccisione (a botte) della moglie, Eleonora Perraro, 43 anni, nella notte del 5 settembre 2019 nel giardino del locale Sesto Grado a Nago.
Gli è stato dato il massimo della pena, non considerando alcuna attenuante in quanto l'uomo - ha detto il pm - "non ha mai mostrato alcun segno di pentimento".
Durante il processo per omicidio volontario pluriaggravato, il cinquantenne roveretano ha sempre negato di aver ucciso la moglie e di averla mai picchiata o maltrattata. Ha ripetuto di non ricordare nulla della notte in cui Eleonora fu assassinata, per poi essere ritrovata la mattina dopo priva di vita.