Green pass, dai ristoranti ai musei: ecco come funzionerà in Trentino il "semaforo" d'ingresso
Il dispositivo di lettura dei qr-code costa circa 700 euro, l'obbligo di certificazione per accedere a varie attività scatta il 6 agosto e ora bisogna stringere i tempi. Intanto preoccupa il ritorno di un paziente in terapia intensiva: è un 46enne che non era vaccinato
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TRENTO. Secondo le prime indicazioni fornite dalla Provincia, costerà 700 euro circa il dispositivo digitale di verifica dei green pass che sarà installato all'ingresso di uffici pubblici, case di riposo, musei e altri luoghi che fanno capo all'ente pubblico cui spetterà la copertura delle spese.
Il lettore del Qr-code è destinato (in via facoltativa) anche a bar, ristoranti e altri spazi privati in cui si potrà accedere soltanto se muniti di green pass, come previsto dalle norme nazionali che scatteranno il prossimo 6 agosto, lunedì.
In questo modo, come hanno spiegato ieri il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, e l'assessore Roberto Failoni, anche gli esercenti potranno evitare l'incombenza di controlli manuali che implicherebbero particolari disagi.
Il "semaforo", dunque, si potrà installare anche in bar e ristoranti, ma a spese dei titolari.
Per accedere nei vari luoghi, dunque, sarà necessario scansionare sul lettore (che in genere si troverà su un supporto all'ingresso) il qr-code del green pass utilizzando il telefonino oppure la versione cartacea, un po' come avviene in aeroporto da molti anni per la verifica delle carte d'imbarco.
A produrre in gran fretta i lettori di Qr code del Green pass è la Gpi, l'azienda trentina che per l'Apss gestisce anche il Cup.
E mentre nelle categorie economiche interessate non mancano perplessità e contrarietà, a Roma prosegue il confronto sull'estensione dell'obbligo di green pass ai viaggi in aereo e in treno (di lunga percorrenza): il dissenso della Lega per ora sembra destinato a rallentare la decisione, forse se ne riparlerà a settembre.
Anche sull'obbligo di vaccinazione degli insegnanti, peraltro già immunizzati per oltre l'80% dei casi, è il Carroccio a frenare, chiedendo di preferire la persuasione alla coercizione.
Nel frattempo, ieri il Trentino ha dovuto purtroppo registrare dopo alcune settimane il ritorno di un paziente in terapia intensiva: si tratta di un 46enne ricoverato a Rovereto.
Anche in questo caso, come sta accadendo più in generale in Italia, si tratta di una persona non vaccinata che è stata colpita da una forma severa di covid-19.