Battiston: «Per un rientro in sicurezza, nelle aule scolastiche servono impianti di aerazione»
Il noto professore dell'Università di Trento sollecita interventi per garantire le lezioni in presenza e lancia un altro appello: "A fronte di un paio di casi di positività in classe, non avrebbe senso mettere in quarantena anche gli studenti già vaccinati"
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TRENTO. «Invece di spendere i soldi nei banchi a rotelle, come si è fatto, sarebbe necessario dotare le scuole di impianti di aerazione delle classi. Il ricircolo dell'aria è fondamentale».
È l'esortazione del fisico trentino Roberto Battiston, professore dell'Università di Trento e già presidente dell'Agenzia spaziale italiana, che dall'inizio della pandemia si sta dedicando all'analisi dei numeri sulla diffusione del virus e gli effetti delle misure per contenerlo.
Per un rientro a scuola in presenza e in sicurezza c'è un aspetto molto importante, secondo Battiston, che non sembra essere stato adeguatamente considerato - né a livello nazionale che locale - che è quello dell'aerazione delle classi, che da solo potrebbe essere molto efficace nel prevenire i contagi e di più facile attuazione rispetto - ad esempio - all'adozione del green pass anche sui mezzi pubblici locali.
Professor Battiston, pensa che quest'anno si stia arrivando preparati alla ripresa dell'anno scolastico per un ritorno in classe in sicurezza?
Quello che registro dalle dichiarazioni del generale Figliuolo è che lo sforzo in atto nelle vaccinazioni si voglia estenderlo agli insegnanti e al personale scolastico ancora non coperto e poi ai giovani che, due su tre, non hanno ancora alcuna forma di vaccinazione. L'obiettivo del commissario è di arrivare a un 60% di giovani fra i 12 e i 19 anni vaccinati per il rientro scolastico e di ridurre al minimo il numero di personale scolastico non coperto.
La vaccinazione è dunque l'arma principale contro il Covid a scuola?
Penso che questo obiettivo sulle vaccinazioni dovrebbe porre un forte argine al fenomeno dell'infezione a livello scolastico. Ma ritengo che si dovrebbero fare anche altre due cose oltre alle vaccinazioni.
Quali cose mancano ancora?
La prima cosa da fare è stabilire delle regole sulle quarantene scolastiche adattate alla nuova situazione. I ragazzi che hanno il pass vaccinale non ha senso che vengano messi in quarantena se uno o due compagni di classe risultano essere positivi. Si dovrebbe dare anche a scuola, a chi è vaccinato e dunque protetto, gli stessi vantaggi che i vaccinati hanno in altre situazioni. Si potrebbe così ridurre al massimo la quarantena a un numero limitato di studenti.
Quindi in queste situazioni i ragazzi vaccinati potrebbero continuare a frequentare in presenza e in quarantena andrebbe messo solo chi non è vaccinato?
Penso che qualche frazione di didattica a distanza in questi casi dovrà restare.
Ma in generale, ritiene che gli studenti non vaccinati possano seguire in presenza le lezioni?
Si, ma mi auguro che si arrivi al 60% di vaccinati a settembre e che il numero salga nei mesi successivi. Vediamo infatti chiarissimamente che a questo giro l'epidemia è dei non vaccinati e di coloro che, come i ragazzi, hanno forti rapporti sociali. L'età media degli infetti è scesa infatti drasticamente, perché una frazione alta delle altre coorti è vaccinata e inevitabilmente si sviluppa tra i giovani. È vero che i ragazzi in quanto tali non subiscono conseguenze gravi dalla malattia, il problema è però che la variante Delta è contagiosissima e possono portare a casa a genitori o nonni non vaccinati l'infezione. Le misure sul distanziamento dei banchi in classe si sono dimostrate inefficaci si deve investire di più su cose che hanno dimostrato la loro efficacia.
A cosa si riferisce?
Al ricircolo dell'aria in classe. Questa è la seconda cosa secondo me fondamentale da garantire con una variante così contagiosa.
Basta aprire la finestra, come qualcuno ha detto in questi giorni?
Il ricircolo dell'aria non sono le finestre aperte. Sono impianti di aerazione. La Germania ha investito centinaia di milioni di euro non nei banchi con le rotelle ma in sistemi di condizionamento dell'aria. È così che dobbiamo fare per affrontare la questione. La contagiosità della variante Delta è così alta che condividere lo stesso volume d'aria per alcune ore in classe è quasi la garanzia che il contagio avvenga se qualcuno è contagioso.
Non ritiene che si debba intervenire sui trasporti per evitare i contagi?
Mi sembra più realizzabile e concreto mettere l'impianto di condizionamento dell'aria nelle classi che modificare le corse degli autobus, che richiede sforzi e investimenti che nella maggior parte dei casi non siamo stati in grado di fare. L'80% di riempimento sui bus è molto con la variante Delta, ma il green pass sui trasporti urbani mi sembra complicato da realizzare. L'alternativa è puntare tantissimo sui vaccini.