Agricoltura / Analisi

Sarà una buona vendemmia: maturazione un po’ in ritardo, ma assenza di malattie e buona qualità

Questo il riassunto di quanto emerso nell'annuale incontro pre-vendemmiale di Assoenologi Trentino, ospite alla Fondazione Edmund Mach di San Michele. I segnali di ripresa si stanno riscontrando e sono molto incoraggianti

di Nicola Maschio

SAN MICHELE ALL’ADIGE. Ottima uva e segnali di un mercato in ripresa. Questo il riassunto di quanto emerso nell'annuale incontro pre-vendemmiale di Assoenologi Trentino, ospite alla Fondazione Edmund Mach di San Michele.

Certo, le difficoltà ci sono state. Il mese di giugno, caldo ed estivo, ha lasciato poi spazio a temperature autunnali, quasi invernali, nel successivo periodo tra luglio e agosto. Qualche episodio di grandinate intense, piogge decisamente importanti ed una complessiva instabilità nel meteo non hanno reso vita facile agli operatori del settore.

Tuttavia, i segnali di ripresa si stanno riscontrando e sono molto incoraggianti. «Potremmo definirlo come un anno "interessante", con una produzione media un po' più scarsa del 2020, con un -15% stimato - ha spiegato il presidente proprio della sezione trentina di Assoenologi, Goffredo Pasolli - La grandine ha colpito forte alcune zone, più o meno 500 ettari, equivalenti al 5% del vigneto trentino che complessivamente nel conta diecimila. Siamo soddisfatti rispetto al modo in cui arriviamo all'avvio della vendemmia, la maturazione è stata lenta e ci aspettiamo un'alta qualità del prodotto finale, soprattutto del Trento Doc che ormai è divenuto un simbolo».

Rispetto invece alla pandemia, chi ha ricevuto il contraccolpo peggiore sono stati ovviamente i piccoli produttori, mentre le grandi aziende hanno retto bene l'impatto del Coronavirus. Due focus importanti sono poi stati posti su altrettanti settori: quello viticolo e quello enologico.

Rispetto al primo, è intervenuto il dottor Maurizio Bottura, responsabile dell'unità viticoltura e olivicoltura del Centro di trasferimento tecnologico della Fondazione Mach, che ha spiegato: «Dal punto di vista climatico, è stato senza dubbio un anno molto altalenante. Abbiamo avuto una primavera fredda e dunque una partenza ritardata delle viti, che tuttavia è stata favorevole perché abbiamo schivato la ghiacciata di aprile. In merito alle malattie delle piante non abbiamo riscontrato nulla per fortuna, anche se i più di 300 millimetri di pioggia caduti in alcune zone del Trentino hanno rappresentato un problema. Qualche grappolo così è marcito, ma in questi ultimi quindici giorni la situazione è migliorata e la prospettiva sembra essere quella di una bella vendemmia».

Ovviamente, discorso a parte per le zone specifiche che sono state distrutte dalla disastrosa grandinata di agosto, in particolare Cadino e Roveré della Luna.

Qualcuno ha già iniziato a raccogliere, spiegano gli esperti, ma il vero "boom" è atteso a partire dal prossimo lunedì: i dati comunque raccontano di un'annata che, come già anticipato da Pasolli, sarà meno produttiva rispetto all'anno scorso (un milione e 170 mila quintali in Trentino). «Prematuro parlare di "bilanci" ora, ma i nostri monitoraggi raccontano di varietà bianche in ritardo di maturazione di circa dieci giorni - ha aggiunto Mario Malacarne, tecnologo del laboratorio di enologia del Ctt - Sarà un'annata simile al 2019, notiamo un efficace accumulo degli zuccheri ed un buon equilibrio con il tenore dell'acidità: nelle ultime due settimane inoltre la situazione è migliorata parecchio».

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