Focolaio alla colonia di Cesenatico, la dura accusa di Coppola: «Protocolli di sicurezza non rispettati»
Dalla consigliera dei Verdi una interrogazione che ha il sapore di una dura condanna: dalla leggerezza di non fare i tamponi in partenza, alle carenze di spazi e organizzazione, «siano individuati i responsabili»
TRENTO. Alla colonia di Cesenatico, gestita da Aerat, non sono stati rispettati i protocolli di sicurezza Covid, e ora bisognerebbe individuare i responsabili. Lo chiede la consigliera provinciale Lucia Coppla (Verdi Europa) in una interrogazione che è un forte atto d’accusa.
«In riferimento al 4° turno della colonia di Cesenatico gestita da Aerat, premesso che:
- non sono stati richiesti tamponi per l’accesso in struttura ai partecipanti, nonostante l’interesse in merito di alcuni genitori;
- Aerat ha un piano di gestione di prevenzione COVID visibile sul proprio sito internet che non è stato applicato, come riferito dalle numerose testimonianze;
- a seguito dello sviluppo del focolaio, ufficializzato domenica 22 agosto (benché i primi sintomatici risalivano a mercoledì 18), è subentrata una gestione compartecipata di Provincia di Trento, APSS e Ausl di Cesena;
- l’ isolamento a seguito del focolaio in “bolle” ha manifestato carenze gestionali e organizzative in termini di spazi, condizioni igienico sanitarie e prevenzione della trasmissione del virus sia per i positivi che per i negativi;
- la scarsa è imprecisa comunicazione con i genitori ha causato disagi, anche lavorativi, organizzativi e economici per gli stessi;
- le condizioni di vivibilità messe in atto per i ragazzi, dalla domenica fino al giorno del rientro, supervisionate e coordinate da Pat e Aerat, pare siano state scadenti e lesive in termini psico-pedagogici e inaccettabili dal punto di vista umano;
- nonostante le informative inviate per tempo attraverso pec, nulla di fatto è stato messo in atto per migliorare il precedente punto;
- di fatto il contagio non è stato arginato per tempo, trasformando la vacanza dei ragazzi in tutt’altro e quindi nessuno ha fruito appieno per il servizio pagato.
Si interroga il Presidente della Provincia di Trento per sapere:
- se si sono individuati o si intendano individuare i responsabili di quanto sopra descritto che per negligenza di prevenzione e attuazione dei protocolli previsti sono direttamente o indirettamente in concorso di causa sul nascere e la proliferazione del focolaio a danno dei ragazzi ospiti e del personale;
- quale sia il conseguente ristoro commisurato per i danni derivati in termini economici e morali a favore dei ragazzi e delle famiglie degli stessi» conclude Lucia Coppola.