Contributo della Regione per mamme e papà che accudiscono i figli piccoli (ma anche i familiari non autosufficienti)
L’annuncio del vicepresidente Arno Kompatscher: cade l’obbligo di prendere il congedo di genitorialità, incluse anche le categorie che hanno meno tutele e meno orario
TRENTO. L’annuncio viene dal vicepresidente Arno Kompatscher (e non dal presidente, Maurizio Fugatti). Andare incontro alle esigenze di quelle mamme e quei papà che si astengono dal lavoro per accudire i figli o assistono i famigliari non autosufficienti.
È questo l'obiettivo principale della modifica alla legge regionale del 18 febbraio 2005 approvata dalla Giunta regionale del Trentino Alto Adige.
È previsto un contributo previdenziale per accudire i propri figli fino al terzo anno di vita o entro tre anni dalla data di adozione. Potranno beneficiare dell'aiuto da parte della Regione anche i lavoratori con un contratto a tempo parziale e i liberi professionisti dopo il congedo di maternità. In lista si potranno mettere anche i lavoratori autonomi e i privati per i periodi di aspettativa non retribuita.
Ma la vera novità è che per queste due categorie non c'è più l'obbligo di usufruire del congedo parentale.
Un nuovo aiuto dalla giunta regionale per l’assistenza ai figli e ai familiari non autosufficienti
Andare incontro alle esigenze di quelle mamme e quei papà che si astengono dal lavoro per accudire i figli o assistono i famigliari non autosufficienti. È questo l'obiettivo principale della modifica alla legge regionale del 18 febbraio 2005 approvata dalla Giunta regionale del Trentino Alto Adige
Entrando nel dettaglio e facendo un esempio pratico - precisa una nota della Regione - si vogliono estendere i contributi a sostegno della previdenza complementare anche ai collaboratori domestici che, oltre ad avere una scarsa tutela in caso di malattia, svolgono poche ore a settimana e versano contributi molto bassi senza avere la possibilità di fare dei versamenti volontari.
"Dopo l'emergenza sanitaria che ha generato una crisi economica dobbiamo evitare che si verifichino situazioni di povertà - ha spiegato il Vicepresidente della regione con delega alla previdenza sociale – In particolare, ci rivolgiamo a quelle donne che dovendo occuparsi dei propri bimbi non possono lavorare”, commenta il vicepresidente Arno Kompatscher.
La modifica rende inoltre autonoma la verifica degli estratti conto e dei dati dell'Inps che non sono sempre tempestivamente aggiornati, con il rischio che la situazione contributiva dichiarata al momento della domanda non coincida poi con quella verificata.
"Vogliamo quindi snellire l'istruttoria delle pratiche, sburocratizzare ed erogare in maniera più rapida dei contributi regionali. È fondamentale che i cittadini abbiano le risposte dagli enti pubblici nel più breve tempo possibile", conclude Kompatscher.