I “raduni” dei no vax su Telegram: a giorni i primi indagati per «finalità terroristiche»
Nel mirino migliaia di messaggi, le verifiche riguardano anche il Trentino. L’immunologo Abrignani: «I no vax sono come gli evasori fiscali»
TRENTO. Potrebbero arrivare a giorni i primi indagati tra i no vax, dopo le intimidazioni e le “liste” in chat. Il popolo anti-vaccini e contro il Green pass ora teme possano scattare - già dalla prossima settimana - i primi avvisi di garanzia.
Provvedimenti che si aggiungerebbero a quelli nei confronti delle otto persone già denunciate per le minacce nei confronti dell'infettivologo Matteo Bassetti, il quale è stato ascoltato in Procura a Genova in queste ore. «Esco da qua più forte perché sento che lo Stato e la magistratura sono dalla mia parte», ha spiegato il virologo che solo domenica scorsa era stato seguito, filmato e aggredito in strada da un uomo, poi rintracciato e denunciato.
E adesso alcuni componenti del movimento, organizzato sulle piattaforme social e di messaggistica - inevitabilmente diventati gran cassa del negazionismo - rischiano di finire indagati per «istigazione a delinquere con l'aggravante dell'utilizzo di mezzi informatici con finalità terroristiche». Messaggi che arrivano da tutta Italia, nel mirino ci sono anche utenti trentini.
E per Sergio Abrignani, immunologo e componente del Comitato tecnico scientifico, «i no vax sono come gli evasori fiscali, perché beneficiano di una immunità di gruppo senza prenderne la responsabilità. Ma se c'è la certezza che i controlli a campione ci sono, la gente le tasse le paga. Allo stesso modo, se ci sono davvero i controlli, la gente fa il Green pass».
Sul fronte delle indagini, gli agenti della Polizia postale sono al lavoro sulle chat battagliere dei no vax per dare un nome e un volto a chi scrive, laddove si profilassero eventuali reati. Le difficoltà sono dovute al fatto che Telegram è una piattaforma che non ha sede in Italia e ci sono quindi anche problemi connessi alla legislazione applicabile.
Ma gli avvertimenti nei confronti di politici, esperti e giornalisti proseguono, nonostante il flop delle proteste di ieri contro il Green pass davanti alle stazioni ferroviarie.
Sulla chat Telegram di riferimento è partita una nuova chiamata alla mobilitazione. Sul canale "Basta dittatura!”, punto di riferimento per il mondo no vax, ieri pomeriggio è stato infatti pubblicato un messaggio che dà appuntamento per un “presidio” oggi (venerdì 3 settembre) dalle 17 e sabato dalle 10 davanti alle sedi regionali della Rai. Sul messaggio sono indicati gli indirizzi delle varie redazioni, da Ancona a Venezia, e si invita ad aggiungere quelli delle sedi «di tutti i canali di manipolazione presenti nella vostra località che volete presidiare».
Tra gli ultimi ad essere finiti nel mirino dei no vax ci sono anche il giornalista della Gazzetta di Modena Giovanni Balugani e il direttore del quotidiano Giacomo Bedeschi, dopo alcuni articoli che i giornalisti avevano pubblicato sull'argomento. Sulla pagina Facebook del quotidiano sono apparsi una serie di commenti con minacce offese e espressioni come "bugiardi nazisti" e lo stesso cronista Balugani ha ricevuto alcuni messaggi privati.
L'ennesima protesta è partita in queste ore a Napoli, dove un gruppo di circa duecento persone, aderenti a varie sigle del movimento, ha manifestato all'esterno dell'auditorium del Centro Direzionale, dove il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, stava incontrando i dirigenti scolastici della regione in vista delle novità legate al Covid per l'inizio del nuovo anno.
Tra gli slogan, "Green pass uguale nazismo”, “Basta col terrorismo di Stato”, alcune delle scritte. Si ricorda anche Giuseppe De Donno, il medico di Mantova che aveva applicato la terapia col plasma iperimmune per combattere il Covid, morto suicida a luglio. «In un Paese civile gli avrebbero dato il Nobel per la medicina», spiegano i promotori della manifestazione.
In un manifesto ritoccato le facce di Draghi e Speranza sono state sovrapposte sui corpi di Hitler e di Mussolini. Un'altra manifestazione, annunciata come “marcia pacifica su Roma” con circa un migliaio di manifestanti secondo gli organizzatori, è prevista invece sabato 4 settembre in piazza del Popolo.