Operai edili sfruttati, sindacati all’attacco: “Più controlli contro il lavoro irregolare”
Per Cgil, Cisl e Uil non c’è più tempo da perdere: “La Cgia di Mestre stima per il Trentino quasi 28mila lavoratori irregolari, le istituzioni provinciali non minimizzino il problema”
IL BLITZ Operai sfruttati, 10 indagati
TRENTO. Operai edili sfruttati nelle Giudicarie, intervengono i sindacati trentini. “La cronaca di questi ultimi mesi – scrivono i segretari di Cgil, Cisl e Uil – sta dimostrando che sottovalutare il fenomeno del lavoro irregolare è molto pericoloso per la tenuta sociale ed anche economica della nostra terra. Quanto riportato oggi dalla stampa locale rispetto a presunti episodi di sfruttamento della manodopera nella catena dei subappalti nel settore dell’edilizia riporta quindi in evidenza i rischi che, nelle settimane scorse, avevamo sollevato a fronte dei dati pubblicati dalla Cgia di Mestre che stima per il Trentino quasi 28mila lavoratori irregolari”.
E ancora: “Confidiamo che l’azienda coinvolta nelle indagini sappia dimostrare la propria estraneità ai fatti. In caso contrario sarebbe un duro colpo alla credibilità di un settore che dovrà dare un contributo importante alla ripresa economica e alla sostenibilità dello sviluppo del nostro territorio, attraverso le infrastrutture previste dal Pnrr e dagli incentivi per il risparmio energetico. Considerata la gravità delle accuse mosse dalle autorità inquirenti, intervenute nel recente passato anche a fronte di proteste eclatanti messe in atto nelle Giudicarie da lavoratori dei subappalti, vanno messe in atto fin d’ora azioni preventive per colpire chi stesse ancora oggisfruttando lavoratori nei diversi settori economici e scongiurare la possibilità che si ripropongano in futuro episodi di questo tipo”.
E proseguono: “Per questo, come fatto anche poche settimane fa, ribadiamo alla Giunta provinciale l’urgenza di potenziare gli organici dell’ispettorato all’interno del Servizio Lavoro, di rendere più stringenti i controlli nella catena degli appalti e delle esternalizzazioni anche nei settori privati, di rafforzare il coordinamento con il sistema della bilateralità per garantire corrette informazioni a lavoratori ed imprese e di mettere in atto tutte le forme possibili di tutela della parte più debole della forza lavoro, in particolare quella di origine straniera, che in particolare nell’edilizia rappresenta una quota molto significativa della manodopera. Sottovalutare i dati e minimizzare gli episodi di lavoro sommerso e irregolare non può essere la risposta delle istituzioni provinciale ad un fenomeno che deve invece essere combattuto senza se e senza ma”.