Il progetto del nuovo ospedale bocciato in un dossier degli ex consulenti dell'impresa Pizzarotti (sconfitta nella gara)
Si tratta di 226 pagine che "demoliscono" quanto previsto dall'impresa Guerrato, vincitrice dell'appalto: si parla di "carenze ed rorri evidenti". Nel mirino fra l'altro la cubatura, la viabilità e l'elisuperficie
LA PROVINCIA De Col: "Verificheremo ogni minimo particolare"
IL PROGETTO Ecco come sarà il nuovo ospedale di Trento
TRENTO. Sulla tribolata storia del Nuovo Ospedale del Trentino si abbatte una nuova bufera.
In un dossier di 226 pagine i tecnici progettisti ex consulenti dell'impresa Pizzarotti demoliscono il progetto della Guerrato, vincitore dell'appalto.
Nel documento sono elencati carenze ed errori gravissimi, tali che il progetto non rispetterebbe bando e disciplinare di gara.
Per dire, l'ospedale risulta più piccolo di 30mila metri quadrati, mancano stanze nel reparto di ostetricia e in quello degli infettivi, e l'elisuperficie è inutilizzabile.
La Provincia, tramite l'ingegnere De Col, ribatte: «Verificheremo, il progetto vincitore sarà smontato e rimontato pezzo per pezzo».
E poi attacca: «È stata mandata in giro una lettera in cui si parla di appalto truccato. Sono accuse vergognose che ho segnalato alle forze dell'ordine».
Sono affermazioni pesanti quelle contenute nell'analisi tecnica che fa le pulci al progetto risultato vincitore della gara.
Affermazioni pesanti ma sostenute da una corposa documentazione, 226 pagine redatte e firmate dai tecnici progettisti ex consulenti dell'impresa Pizzarotti, la cordata concorrente risultata sconfitta in sede di gara.
«Il progetto Guerrato - scrivono - risulta viziato da carenze e errori che lo rendono un'opera del tutto diversa da quella richiesta dalla stazione appaltante, non accettabile come struttura ospedaliera da inserire nel sistema sanitario della Provincia».
Considerazioni di parte, dunque, ma che stanno creando subbuglio in Provincia, negli ambienti della sanità e in quelli della politica.
Il documento è infatti stato inviato nelle scorse settimane per posta certificata a una dozzina di dirigenti pubblici, a qualche consigliere provinciale, al sindaco di Trento e al presidente dell'Ordine dei medici.
È il tentativo di mettere in allerta decisori e opinione pubblica sulle carenze del progetto vincitore.
Tentativo forse tardivo, visti gli esiti della Commissione di gara e le sentenze dei giudici amministrativi, che hanno confermato in via definitiva l'assegnazione del NOT alla Guerrato.
Ma la denuncia ha comunque riacceso i riflettori sull'infinita telenoveladell'ospedale e fatto drizzare le antenne all'opposizione in Consiglio provinciale.
Filippo Degasperi, di Onda Civica, ha presentato sull'argomento un'interrogazione che non ha ancora avuto risposta ma che è stata prontamente oscurata sul sito istituzionale dai solerti funzionari del Consiglio.
Successivamente ha chiesto, col supporto dei colleghi di Pd, Futura, M5s e Azione, di avere spiegazioni in aula direttamente dal governatore Maurizio Fugatti sullo stato dell'arte dell'iter per la realizzazione del Not e la «congruenza tra le richieste preliminari ed i requisiti previsti dal bando e dal disciplinare e il progetto indicato come vincitore».
E così il punto è stato messo all'ordine del giorno della seduta di questa settimana.
Secondo l'analisi dei consulenti Pizzarotti il progetto Guerrato è più piccolo rispetto a quanto richiesto dal Disciplinare di gara.
Confrontando gli spazi disegnati dall'impresa vincitrice con l'Allegato J del bando che indica i programmi edilizi e le superfici minime reparto per reparto risulta che mancano almeno 28.433 metri quadri di aree funzionali, con carenze importanti nell'area degenze (4.068 mq meno di quanto richiesto) ma anche nelle aree direzionali e logistiche.
Carenze che oltre a non soddisfare le richieste hanno comportato nell'offerta di project financing costi e canoni inferiori avvantaggiando Guerrato in sede di gara. I reparti.
Il documento segnala diverse criticità in molti reparti.
Nel pronto soccorso non sono previsti percorsi differenziati in relazione ai codici di gravità.
Le degenze in ostetricia presentano solo 34 stanze e non viene rispettata la richiesta del bando di avere almeno 50 stanze di cui 30 singole e 20 doppie ad uso singola.
Nel reparto infettivi tutte le 14 stanze previste dal disciplinare dovrebbero essere singole mentre nelle previsioni di Guerrato se ne contano 10 singole e 4 doppie.
Mancano poi in altri reparti spazi e locali espressamente previsti dal bando o necessari per l'accreditamento.
I consulenti Pizzarotti sostengono che, contrariamente a quanto previsto e richiesto anche dal Comune di Trento, l'accesso principale anziché essere previsto dalla tangenziale lato ponte di Ravina convoglia veicoli e visitatori più a sud mentre l'ingresso dei visitatori è a ovest del lotto, lontano dalla maggior parte dei parcheggi.
Un discorso a parte è riservato alla progettazione viabilistica.
Il Disciplinare di gara chiedeva di realizzare uno studio del traffico circostante in modo da fare le scelte logistiche progettuali più adatte conseguenti, ma questo studio non c'è.
Elisuperficie: qui l'accusa è particolarmente grave perché si sostiene che la previsione indicata nel progetto vincitore, cioè una superficie per gli elicotteri a terra posta a nord-ovest del blocco degenze, non sarebbe realizzabile, o meglio utilizzabile.
Le traiettorie di atterraggio e decollo infatti interferirebbero con la torre dell'accoglienza, il palazzo vetrato di sette piani con ingresso, negozi, ambulatori e studi medici che svetterà con i suoi 42 metri di altezza, e con le linee elettriche dell'alta tensione sull'altro lato.
La posizione dell'elisuperficie inoltre impedirebbe la possibilità di espandere in larghezza il complesso ospedaliero come invece richiesto e previsto dallo stesso progetto Guerrato.
Analizzando nel dettaglio il progetto si sottolinea anche l'elusione di vincoli imposti nella progettazione strutturale.
In questo caso la quota di fondo scavo sarebbe prevista 80 centimetri sotto la quota media di magra della falda, violando la prescrizione geologica di non scendere con gli scavi sotto quella quota.
E le centrali elettriche sono inappropriatamente collocate al secondo piano interrato.
In molti casi la collocazione dei reparti non rispetterebbe i vincoli e i suggerimenti del disciplinare: la terapia intensiva, ad esempio, è collocata lontana dal pronto soccorso contrariamente alle indicazioni.
Nel progetto Guerrato poi si trova anche qualche strafalcione che fa riflettere.
Quando si parla di progettazione della sicurezza in cantiere e del rumore in fase di lavorazione in particolare si colloca l'intervento nel «tessuto urbano di Mezzolombardo», che naturalmente nulla ha a che fare col NOT.