Festival dell’Economia, Fugatti tira dritto (e non commenta il possibile ruolo di Tremonti)
Il governatore liquida lo «scoiattolo» di Laterza e Boeri, e attacca Comune di Trento e Università che si sono lamentati di non essere stati interpellati: «Dichiarazioni sopra le righe»
TRENTO. La possibile concorrenza di un altro Festival dell'Economia in un'altra città, ipotesi tutt'altro che remota vista la pioggia di richieste che l'editore Giuseppe Laterza dice di aver ricevuto, non preoccupa il governatore Maurizio Fugatti. Per nulla dispiaciuto nemmeno di fronte all'eventualità di dover rinunciare al simbolo diventato famoso assieme al festival di Trento: lo scoiattolo. «Non lo so e non mi interessa, sono questioni burocratiche. Voliamo alto!» esorta il governatore, pronto a voltare pagina e a consegnare al Gruppo Sole 24 Ore le chiavi della cabina di regia della kermesse che ogni anno da 16 anni a questa parte accendo i riflettori sulla città trasformandola in palcoscenico di confronto tra governanti e premi Nobel sui destini dell'Economia e del mondo.
Il presidente della Provincia dice di non avere ancora accantonato l'idea che sia possibile una collaborazione tra gli ideatori e storici organizzatori e la società editrice del primo giornale italiano, controllata da Confindustria. Ma ha tutta di una dichiarazione diplomatica in cui nemmeno lui crede veramente. «Del resto - aggiunge subito dopo - non sta scritto da nessuna parte che la comunità trentina debba affidarsi per sempre a uno stesso soggetto o che debba temere per la sorte di un logo. Chi la amministra temporaneamente (la comunità trentina) può anche pensare di affidare un festival a un soggetto che non mi pare l'ultimo arrivato. Stiamo parlando del più grande giornale nazionale in campo economico. Non è un salto nel buio ma siamo di fronte a un soggetto autorevolissimo».
Quanto al fatto che si sia trattato di una scelta politica, e che ci sia l'ex ministro Giulio Tremonti, berlusconiano da sempre vicino alla Lega, dietro le quinte, il governatore trentino glissa: «Chi ha predisposto la proposta è stato Il Sole 24 Ore, chi l'ha scritta non lo so. I dettagli ci verranno presentati nelle prossime settimane; quello che noi chiederemo sarà una particolare attenzione al pluralismo del messaggio, ma di questo non abbiamo dubbi».
Fugatti, che sulla mancanza di pluralismo era stato molto critico in passato nei confronti della gestione del direttore scientifico del festival Tito Boeri, non vuole riaprire la polemica con chi il festival l'ha inventato e gestito da sempre. Preferisce spostare il mirino in sede locale, puntandolo su Università e Comune: «Certe dichiarazioni dei giorni scorsi - dice - mi sono sembrate sopra le righe. Mi sembrava di vedere quanto successo quando si discuteva di facoltà di medicina e c'era chi faceva le barricate parlando di mancanza di concertazione. Se aspettavamo loro e non fossimo partiti saremmo ancora lì a concertare. Invece abbiamo una facoltà a cui due settimane fa hanno chiesto di iscriversi oltre 600 giovani, molti trentini. Visti i risultati direi che va bene così».