Cementificio delle Sarche, Reinhold Messner contro la riapertura dei forni: a tutta pagina sulla Gazzetta dello Sport
Il celebre alpinista: «Si tratta di una zona turistica che conosco bene e che ho avuto modo di apprezzare anche in anni recenti. L'inquinamento causato dalle polveri della lavorazione chiaramente penalizzerebbe sia la forte vocazione turistica sia anche l'agricoltura»
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VALLE DEI LAGHI. La cosa si fa seria. Anche Reinhold Messner si schiera con i firmatari della petizione che si battono contro l'attivazione dei forni del cementificio di Sarche, nella Valle dei Laghi. La fabbrica di Italcementi - con i suoi forni e la sua ciminiera nel bel mezzo dei vigneti - è finita sulla Gazzetta dello Sport. Terra di vino (Nosiola e Vin Santo in primis), di percorsi per e-bike e di arrampicata sportiva, la valle dal 2022 entrerà a pieno diritto nell'ambito turistico dell'Apt Garda Trentino. E questo, visto che il Gardasee è conosciuto nel mondo, rende ancora più visibile il caso e il braccio di ferro tra coloro che spingono per il potenziamento dello stabilimento industriale e chi dice che questo è incompatibile con gli investimenti fatti finora per un turismo morbido, ecosostenibili (in Valle dei Laghi, che è un biodistretto, ci sono le produzioni delle Cantine Ferrari e della Cantina di Toblino) e in linea con le politiche green promosse, almeno a parole a Roma come in provincia di Trento.
La posta in gioco è alta e sulla Gazza arriva la presa di posizione di Reinhold Messner che alza non di poco l'asticella. Ribalta nazionale dunque per il comitato «Salviamo la Valle dei Laghi» che chiede la tutela del territorio. Il gruppo considera lo stabilimento di Italcementi (Heidelberg Group) una minaccia per la salute, l'ambiente e l'economia del Trentino.
La Provincia, con i sindaci, rassicura, mentre i vertici di Italcementi nei giorni scorsi hanno ribadito che «l'Aia (Autorizzazione integrata ambientale) vigente ha scadenza 2028». Prosegue intanto la raccolta di firme (ha aderito anche Luca Mercalli).
Queste le parole di Messner sulla Gazzetta: «Si tratta di una zona turistica che conosco bene e che ho avuto modo di apprezzare anche in anni recenti. L'inquinamento causato dalle polveri della lavorazione chiaramente penalizzerebbe sia la forte vocazione turistica sia anche l'agricoltura. La stessa cosa in un recente passato stava per succedere sotto la collina di Juval. E anche lì, in Val Venosta, come nella Valle dei Laghi, che è famosa anche per le sue pareti dove si è sviluppata l'arrampicata libera, la viabilità è già sotto stress appunto per il traffico turistico. Aggiungere quello di centinaia di altri mezzi pesanti per il trasporto legato alla produzione di cemento, non solo farebbe aumentare in modo sensibile l'inquinamento, ma farebbe anche scappare coloro che al lago di Toblino, a quello di Santa Massenza, a quello di Cavedine e fino al Lago di Garda vanno per apprezzare la bellezza della natura e la bontà dei suoi prodotti».