Ginecologia, il rapporto degli ispettori ministeriali: «In reparto episodi vessatori»
Depositato il dossier dopo l'indagine del luglio scorso a Trento: nelle testimonianze raccolte si parlerebbe di «insulti, episodi di mobbing e ostruzionismo»
IL PRIMARIO Il dottor Tateo torna in servizio a Trento. L'avvocato: «È demansionamento»
COMMISSIONE Chiesto il licenziamento del primario
I CARABINIERI Ipotesi maltrattamenti in ospedale, "indagare primario e vice"
LE DIFESE «Reintegro in ospedale e cancellazione delle accuse»
LA VICENDA La famiglia di Sara Pedri accusa: “Era a pezzi”
LA VIDEOSCHEDA Dal caso di Sara al terremoto in Apss
I MOTIVI Ecco il rapporto che ha provocato il terremoto
TRENTO. Trapelano indiscrezioni sui contenuti del rapporto degli ispettori ministeriali sul caso del reparto di ginecologia all'ospedale Santa Chiara di Trento.
Dopo i tre giorni di indagini, nel luglio scorso, è stato trasmesso infatti anche alla Provincia autonoma di Trento il dossier sulla situazione nel luogo di lavoro, definita particolarmente allarmante innanzitutto dai familiari di Sara Pedri, la giovane ginecologa romagnola di cui si sono perse le tracce il 4 marzo 2021.
In seguito a un'indagine interna dell'Apss, erano stati trasferiti i due dirigenti medici: l'ex primario Saverio Tateo e la sua vice Liliana Mereu.
Ora, dal rapporto romano, secondo quanto si apprende, emergerebbero da un lato la conferma che dal punto di vista medico il reparto guidato da Tateo forniva un servizio eccellente, apprezzato dalle pazienti, ma dal'altro che il clima sul posto di lavoro sarebbe stato pesante per diversi professionisti alle dipendenze del primario.
La relazione del pool di ispettori riferisce delle testimonianze di lavoratori che parlerebbero in particolare di «atteggiamento vessatorio», «episodi di mobbing e di ostruzionismo», «insulti ai colleghi anche davanti ai pazienti».
Il caso è stato indagato anche dei carabinieri dei Nas che hanno inviato in proposito un'informativa alla Procura di Trento in cui si ipotizzano «maltrattamenti ripetuti» e si suggerisce vi siano gli elementi per chiedere l'iscrizione nel registro degli indagati del primario e della vice.
Secondo alcune testimonianze nel rapporto ministeriale, questa situazione avrebbe radici negli anni: ma della supposta atmosfera pesante nel reparto diverse persone avrebbero riferito agli inquirenti solo nelle settimane scorse.
Lo stesso per quanto riguarda alcuni lavoratori intervistati dall'Adige, dopo il J'Accuse della famiglia Pedri.
Infatti, a far puntare i riflettori sul reparto di ginecologia e ostetrica è stata solo la scomparsa di Sara Pedri, con la reazione dei familiari della giovane che hanno lanciato fin da subito accuse dure.
Poi, la commissione d'indagine istituita dall'Apss ha parlato di «fatti oggettivi e una situazione di reparto critica»: ne è seguito il trasferimento del primario, rientrato dalle ferie questa settimana e assegnato in ufficio alla sede delle Cure palliative a Trento, ma senza un incarico ben definito (i suoi legali denunciano il «demansionamento»).
Poi, a inizio settembre, la notizia della richiesta della commissione disciplinare dell'Azienda sanitaria: licenziamento per Saverio Tateo.
Una richiesta che dovrà tuttavia essere vagliata e per la quale è necessario un parere vincolante da parte della Comitato dei garanti, che è al lavoro in questi giorni.
Le difese di Tateo e Mereu respingono decisamente le accuse e chiedono il reintegro in ospedale dei due professionisti.
I legali del primario, inoltre, sottolineano l'assenza di qualunque legame fra la vicenda della ginecologa scomparsa e l'attività del loro assistito: «Non c'è nessun nesso fra il caso Pedri e l’operato del primario».