Manifestanti no-green pass all’assessorato alla scuola, aggrediti e insultati giornalista e fotografo dell’Adige
Un gruppetto di tre partecipanti alla protesta ha prima «oscurato» la macchina fotografica, poi insultato pesantemente i due colleghi. Il commento del nostro Direttore Alberto Faustini
TRENTO. Un'altra manifestazione no green pass si è svolta ieri sotto la sede del Dipartimento Istruzione e Cultura della Provincia di Trento, tra cartelli e striscioni esposti da una cinquantina di partecipanti. Occhi puntati come sempre su quella che è stata più volte definita come una "norma discriminatoria", ovvero l'obbligatorietà di presentare la certificazione verde tra le mura scolastiche. Le parole dei manifestanti al megafono, si sono ripetute per svariati minuti: «C'è un clima intimidatorio - hanno spiegato - e c'è chi ha dovuto rinunciare in anticipo all'incarico». I manifestanti hanno concluso spiegando che «non c'è più spazio per il dialogo e chi pensa che sia ancora possibile si sbaglia».
Diventa tuttavia difficile raccontare altro, visto che, inaspettatamente, il clima si è surriscaldato anche nei confronti del giornalista e del collega fotografo impegnati nel testimoniare il ritrovo. A quest'ultimo in particolare è stato impedito di scattare fotografie e girare video dei manifestanti. Alcuni, infatti, hanno deciso di "oscurare" la fotocamera con l'utilizzo dei cartelli realizzati per la protesta, mentre l'operatore cercava in ogni modo di svolgere il proprio lavoro.
Insulti di varia natura, da quelli generali a quelli più personali, sono stati poi rivolti sempre da alcuni presenti sia al fotografo che al giornalista presenti, con annesse minacce di denuncia ed atteggiamenti intimidatori, tra urla e male parole.
Insomma, con una situazione del genere, a giornalista e fotografo non è restato altro da fare se non lasciare l'incontro, con la consapevolezza che, nonostante la campagna di vaccinazione anti-Covid stia proseguendo, la situazione diventa ogni giorno sempre più difficile da gestire tutti i punti di vista.
IL COMMENTO DEL NOSTRO DIRETTORE, ALBERTO FAUSTINI
Chiedono democrazia - per la quale noi ci battiamo ogni giorno - e spazio. Spazio che non abbiamo mai negato: né a loro né ad altri. Perché l'Adige, cercando di dare il giusto peso a ogni notizia, mettendo ordine nel disordine che alcuni amano (o perseguono?), dà spazio a ogni sfumatura della comunità. Pretendono dialogo, dicendo che la cultura (solo la loro, par di capire) apre le porte e che l'ignoranza (di scienziati e vaccinati in generale, se non ho capito male) le chiude. In cambio offrono censura e spintoni. Bell'esempio davvero. Ancor più "bello" se si considera che arriva da alcuni lavoratori del mondo della scuola. I violenti erano solo tre, in un gruppo di una cinquantina di persone. Ma spaventa che nessuno (fra i 47) abbia difeso il nostro fotografo e il nostro collaboratore, arrivati al Dipartimento istruzione e cultura per seguire il sit-in organizzato da alcuni esponenti del mondo della scuola contro il green pass. Volevamo solo dialogare - un eufemismo, a questo punto - con chi ha organizzato l'evento ammantandolo di parole come libertà e diritti. Mi domando: ma la libertà di vaccinarsi e di salvare il mondo vale meno di quella di non vaccinarsi (perché è evidente che rifiutare il green pass significa rifiutare il vaccino)? La (nostra) libertà di seguire (e raccontare ai lettori) un evento vale meno della violenza di alcuni manifestanti? Il diritto/dovere di informare - anche sulle conquiste della scienza - vale meno del diritto di protestare contro chi cerca solo di far ripartire scuola e società in sicurezza? Che pessima "lezione" avete dato alle migliaia di persone che credono ancora nella scuola e nella cultura. Complimenti davvero.