Bolzano prepara la sua Scuola di medicina e come partner preferisce la Cattolica all'ateneo trentino
La Provincia altoatesina vuole avviare il progetto l'anno prossimo, l'assessore alla sanità Thomas Widmann: «Abbiamo assolutamente bisogno di formare una nuova classe medica, per fronteggiare le carenze di professionisti». Il rettore trentino Deflorian: «Due scuole in regione sono un po' troppe, auspico che sia possibile collaborare»
TRENTO. Dopo Trento, dove i corsi sono già partiti l'anno scorso, anche Bolzano ora vuole la sua facoltà di Medicina.
E l'auspicio della Provincia altoatesina è di riuscire a dare il via al progetto già con il 2022.
L'iter per l'istituzione di una facoltà di Medicina, attraverso una convenzione con l'Università Cattolica che fornirà i docenti, è partito con l'approvazione della delibera da parte della giunta provinciale.Le lezioni si terranno in lingua inglese; i tirocini in italiano e tedesco.
Saranno ammessi una cinquantina di studenti.
«Abbiamo assolutamente bisogno di formare - spiega l'assessore altoatesino alla sanità Thomas Widmann - una nuova classe medica, per fronteggiare le carenze di professionisti che, nei prossimi anni, diventeranno sempre più pesanti. Sono ottimista circa le possibilità di istituire un corso di laurea a Bolzano, ma vorrei fosse chiaro che questo è solo l'inizio dell'iter».
La Provincia di Bolzano, dopo aver valutato la possibilità di collaborare con diversi atenei, alla fine ha scelto l'Università Cattolica del Sacro Cuore, la cui sede di Medicina è a Roma.
Nella delibera si spiega che la scelta dell'università privata è motivata dall'offerta di un curriculum in lingua inglese; una rete di ricerca e reti di docenti di elevata qualità; esperienza pluriennale di collaborazione con la Scuola di sanità Claudiana; disponibilità a collaborare con università di Paesi dell'area tedesca.
È stata individuata come naturale sede per l'istituzione del corso di laurea magistrale a ciclo unico in Medicina e Chirurgia la Scuola superiore di sanità Claudiana di Bolzano.
Il 30 settembre anche il Comitato provinciale di coordinamento Universitario aveva espresso parere positivo al progetto con alcune raccomandazioni: nel test d'ingresso venga valorizzata la conoscenza delle lingue italiana e tedesca; nel corso di laurea venga incrementato il livello di conoscenza delle tre lingue; una commissione paritetica consultiva monitori periodicamente il grado di apprendimento.
I costi complessivi (personale docente ed amministrativo, servizi di amministrazione) a carico della Provincia sono stimati in 723.070 euro per l'anno di attivazione del corso 2022 e di 2 milioni e 203.981 euro per l'anno di attivazione del corso 2023.
Visto che l'Università Cattolica è un ateneo privato sarà da capire poi quale sarà la retta di iscrizione a carico degli studenti.
L'Università di Bolzano non è invece coinvolta in alcun modo nel progetto, così come i vicini dell'Università di Trento, che hanno appena istituito una Scuola di Medicina e che, pur fino ad ora snobbati dagli altoatesini, sperano comunque che si possa trovare il modo di collaborare come spiega il rettore dell'ateneo trentino Flavio Deflorian.
«Da quanto abbiamo capito - spiega Deflorian - l'intenzione di Bolzano è quello di costituire un percorso di formazione nell'ambito della medicina attraverso un accordo con l'Università Cattolica che farebbe una sede staccata a Bolzano.
C'era anche l'ipotesi di poter collaborare e coinvolgendo anche l'Università di Salisburgo. Abbiamo avuto degli incontri per valutare anche la partecipazione nostra. C'era un'apertura da parte di Bolzano, adesso vediamo se ci sarà la volontà oppure no.
Noi siamo disponibili perché crediamo che la vicinanza geografica e le collaborazioni esistenti tra i due territori nel campo sanitario siano il substrato giusto».
Ma ha senso avere due facoltà di Medicina in una Regione così piccola?
«Per la concorrenza territoriale non ci preoccupiamo - sottolinea il rettore Deflorian - perché quest'anno abbiamo avuto circa 600 domande per 60 posti a Medicina, ma gli esperti ci dicono che ci vuole almeno un milione di abitanti circa per avere un bacino adeguato. Dunque due Scuole di Medicina nelle due province di Trento e Bolzano sono un po' troppe, anche se è chiaro che Bolzano ha esigenze particolari sul piano del bilinguismo.
Comunque io auspicherei di riuscire a fare qualcosa assieme con le modalità che la Provincia di Bolzano riterrà più opportune.
Due iniziative che non si parlano - conclude il rettore dell'Università di Trento - sarebbero secondo me un errore.
Però c'è ancora tempo perché se ne discuta».
Il presidente della Provincia di Trento e presidente della Regione, Maurizio Fugatti, non vede invece alcuna criticità nel fatto che possano nascere due facoltà di Medicina in un territorio così piccolo vista la grave carenza di medici.
«Non vedo nulla di male - commenta il governatore trentino - vuol dire che la strada che noi abbiamo aperto con la nostra facoltà di Medicina è stata condivisa anche da Bolzano e ci saranno sicuramente gli spazi per la collaborazione sulle varie specializzazioni».