Alimenti / Il procedimento penale

Formaggio sotto accusa: bimbo in cura da anni, cinque le persone indagate

La procura farà nuove indagini. L'avvocato Chiariello nella sua istanza di opposizione all'archiviazione chiede che venga recuperato presso l'Istituto zooprofilattico delle Tre Venezia il reperto da sottoporre ad analisi molecolare per verificare se il ceppo sia lo stesso di quello che poi ha contagiato il bambino

TRENTO. L'ipotesi di reato è lesioni gravissime ai danni di un bimbo di 8 anni che avrebbe mangiato del formaggio contaminato da escherichia coli, un batterio contenuto nel latte crudo che in alcuni rari casi evolve in Seu, la temibile sindrome emolitico-uremica. Il procedimento penale - che vede indagate 5 persone - aveva preso la via dell'archiviazione.

Secondo la procura le pur accurate e meticolose indagini condotte dai carabinieri del Nas non consentivano di stabilire con certezza se il contatto con il temibile batterio fosse dovuto al consumo del formaggio contaminato o per altra ragione. Si ipotizzava la possibile presenza del batterio in una piscinetta, ma le analisi sull'acquedotto fatte proprio in quei giorni confermano che non c'era escherichia coli. Secondo la parte lesa va esclusa anche l'ipotesi di un contagio attraverso animali perché il bimbo aveva il terrore di cani e gatti a cui non si avvicinava mai. Secondo la procura, però, mancava la prova del nesso di causalità, di qui la richiesta di archiviazione del fascicolo. Archiviazione "stoppata" dal legale della famiglia del bimbo.

L'avvocato Paolo Chiariello ha depositato nuove consulenze da parte di esperti di Seu: la professoressa Silvia Bonardi, docente di ispezione degli alimenti di origine animale all'Università di Parma; il professor Lapo Mughini Gras, epidemiologo dell'università di Utrecht; un medico del Policlinico di Milano specializzato in nefrologia pediatrica. Ora la procura farà nuove indagini. L'avvocato Chiariello nella sua istanza di opposizione all'archiviazione chiede, tra l'altro, che venga recuperato presso l'Istituto zooprofilattico delle Tre Venezia il reperto da sottoporre ad analisi molecolare per verificare se il ceppo sia lo stesso di quello che poi ha contagiato il bimbo.

Nel procedimento gli indagati sono 5: tre medici (uno però in servizio a Cles appare estraneo alle contestazioni) e due del Santa Chiara (secondo l'accusa avrebbero riconosciuto in ritardo la Seu e dunque in ritardo avrebbero sottoposto il bimbo ad una massiccia idratazione che avrebbe evitato il collasso di alcuni organi. Inoltre sono indagati per lesioni gravissime l'ex presidente del caseificio di Coredo e l'allora responsabile del piano di autocontrollo del caseificio dove sarebbe stato prodotto e venduto il formaggio "incriminato".

Va sottolineato che l'iscrizione nel registro degli indagati è un atto dovuto e non una prognosi di colpevolezza. A maggior ragione in una vicenda così complessa e delicata, con un bimbo ancora in cura dopo anni.

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