Altre due domeniche senza bus extraurbani "per assicurare il servizio nei giorni feriali"
A una settimana dall'avio del green pass il bilancio parla di assenze medie del 15% fra gli autisti, venerdì mattina manifestazione di protesta davanti alla sede aziendale. Il dirigente Roberto Andreatta: "Stiamo riuscendo a limitare i disagi, ma il trasporto pubblico vive in generale una crisi causata dalla pandemia, i passeggeri oggi sono la metà rispetto al 2019 e ci vorranno anni per tornare a quei livelli"
COVID L'ultimo bollettino per il Trentino
TRENTO. Venerdì mattina, fuori dalla sede di Trentino Trasporti in via Innsbruck, un'ottantina di persone ha protestato per circa tre ore.
Oltre ad alcuni autisti dell'azienda, compreso quel Dario Zanotelli che dal 15 ottobre sta attuando uno sciopero della fame, erano presenti anche rappresentanti degli ambienti no vax e no green pass, che hanno affermato di voler portare la propria solidarietà ai dipendenti della società pubblica.
Nel mirino è finita la gestione aziendale relativamente al tema dell'obbligo di certificazione verde per lavorare; gli interventi di alcuni manifestanti, accompagnati da cartelloni e striscioni, si sono svolti senza alcun momento di tensione.
A mettere in sicurezza la zona è intervenuta la polizia locale, che ha regolato la circolazione stradale davanti al deposito, mentre una pattuglia dei carabinieri, una della polizia di stato e una della vigilanza privata erano intente a presidiare i varchi di accesso allo stabilimento.
La prima settimana di obbligatorietà del green pass sul posto di lavoro è andata così in archivio, segnata anche da questa manifestazione.
Indubbio ricordare che, alla vigilia, il comparto dei trasporti era quello che destava le maggiori preoccupazioni accanto a quello della sanità.
I disagi, alla fine dei conti, ci sono stati ma decisamente contenuti, di certo inferiori al temuto - con l'eccezione di Rovereto e della Vallagarina, dove le complicazioni erano temute.
Disagi limitati, dunque, nonostante la carenza di personale: i dipendenti di Trentino Trasporti che hanno "marcato visita" dopo l'entrata in vigore del certificato verde sono vicini al 15% della forza lavoro.
Il direttore del settore trasporti della provincia Roberto Andreatta analizza il dato: «Oltre alle difficoltà congiunturali legate alla pandemia - spiega - si sono sommate quelle per l'assenza di addetti contrari al green pass. Pur con qualche inconveniente, che per quanto possibile è stato concentrato nella fascia tardo pomeridiana e nei festivi, la macchina da quasi 6000 corse al giorno, tra autobus urbani, extraurbani e ferrovia, ha continuato la marcia».
Andreatta vuole fare una riflessione ad ampio raggio: «Il trasporto pubblico, per definizione, è un servizio universale ad offerta indifferenziata e tendenzialmente di massa. Il Covid-19 - è il suo ragionamento - ne ha messo in crisi l'essenza: nel primo semestre del 2021 il trasporto pubblico locale ha visto un dimezzamento dei passeggeri nei confronti del 2019».
Al contempo è aumentato di quasi il 10% il traffico veicolare.
«Le auto che si sono riversate in strada - prosegue Andreatta - sono state "assorbite" senza patemi eccessivi dal sistema viario. Prima che il trasporto pubblico torni di massa, con tutti i benefici ambientali che ne conseguono, serviranno anni. E questo va a discapito delle casse pubbliche: basti dire che il nostro trasporto pubblico ha un costo di 100 milioni all'anno per la sola gestione, senza dunque considerare gli investimenti in nuovi mezzi, e in buona sostanza è tutto in carico alla fiscalità pubblica, visto che le tariffe degli utenti coprono circa il 20%».
Un altro problema che sta attanagliando da qualche mese il sistema dei trasporti provinciale riguarda la ferrovia della Valsugana.
All'orizzonte per i pendolari sembra esserci una gradita novità: «Già nelle prossime settimane - anticipa Andreatta - ci sarà un primo ripristino di servizi ferroviari. L'obiettivo è di tornare il 12 dicembre, giorno del cambio orario, all'integrale esercizio delle oltre 40 corse in modalità ferroviaria».
Domani, 24 ottobre, come già accaduto domenica scorsa, viene interrotto il servizio extraurbano su tutto il territorio trentino nonché il servizio urbano dell'Alto Garda. E non sarà l'ultima volta, come annuncia Andreatta: «Lo stop alla circolazione domenicale - precisa - proseguirà senz'altro anche il 31 ottobre».
Intanto oggi, sabato, i viaggi cancellati sono 138. Entrando nel dettaglio, tra le tratte extraurbane sono 34 le corse annullate di cui 7 sulla B101 che collega Cavalese e Penia, linea che si conferma particolarmente danneggiata. Nella circolazione urbana di Rovereto sono 104 le corse soppresse mentre nel capoluogo non salta nessuna corsa.
Tutto regolare sul circuito urbano dell'Alto Garda, sui treni locali e sulla funivia Trento-Sardagna. Per conoscere quali sono le corse annullate Trentino Trasporti ha attivato il sito dove ogni pomeriggio vengono pubblicati gli elenchi di corse autobus, treni e funivia sicuramente soppresse il giorno seguente.