Il grande scavo della ferrovia: cantiere su via Brennero, tangenziale con i camion per quattro anni, e la Trento-Malé troncata al Bren Center
Gli «effetti collaterali» del gigantesco cantiere a Trento Nord e a Trento Sud: la viabilità reggerà? Anche l'immissione da sud avrà di fianco l'imbocco per la fresa
CONTI Solo per gli espropri 53 milioni di euro
IL PROGETTO Ecco i dettagli dei cantieri e dove passerà la galleria
CONSEGUENZE Parlano quelli a cui butteranno giù la casa
TRENTO. Non sarà una vera e propria stazione sotterranea quella che verrà realizzata sotto l'ex scalo Filzi, o almeno non come uno se l'aspetta, attrezzata di tutto punto con accessi, scale mobili, biglietterie e tutto quanto serve a una stazione ferroviaria di un capoluogo di provincia. E infatti il progetto Rfi di fattibilità tecnico economica della circonvallazione ferroviaria di Trento lo definisce nella relazione istruttoria come uno «spazio per la predisposizione della futura stazione provvisoria di Trento».
È la conferma che nei 936,9 milioni di euro già stanziati per realizzare l'opera manca in realtà questo elemento, che diventerà fondamentale per dare corso alla seconda parte del sogno cittadino: l'interramento del tratto storico della ferrovia.
«Era la condizione necessaria e non sufficiente per fare l'interramento, ora anche quella prospettiva viene spostata più avanti» sottolinea Claudio Geat, presidente della circoscrizione Centro storico.
L'assessore Ezio Facchin dà invece una lettura diversa del corposo materiale messo da giovedì pomeriggio in rete dal Ministero delle infrastrutture: «La stazione all'ex scalo Filzi c'è, è fatta di binari e marciapiedi. Mancano tuttalpiù scale di accesso e ascensori che essendo quella una stazione provvisoria saranno opere di carpenteria dal costo di un paio di milioni».
La stazione (all’altezza dell’attuale rotatoria di Nassjrya) sarà di fatto anche il capolinea della Trento-Malé che non potendo attraversare l’area di cantiere di via Brennero, verrà allontanata dalla città.
Di fatto, una nuova fermata della Trento-Malè, con due binari serviti da marciapiedi e un sovrappasso, diventerà il capolinea a "Trento Nord zona commerciale" perché la «vaca nonesa» vedrà poi dismessa la tratta finale, fino a Trento centro.
Un altro problemino: per tutta la durata dei lavori (quindi, sulla carta, quattro anni), via Brennero sarà chiusa e tutto il traffico nord della città dovrà scorrere per forza sulla tangenziale (già oggi intasata perennemente), o su via Maccani (con uno sbocco sulla rotatoria di San Giorgio e il Lungadige). Senza contare che sulla tangenziale si immetteranno anche centinaia di camion che porteranno via il materiale di scavo della galleria (oltre 1 milione di metri cubi).
Ma per ora non si sono visti piani di emergenza per la viabilità urbana. Anche se le voci di corridoio parlano di un possibile utilizzo del tratto autostradale da Trento Sud a Trento Nord come tangenziale, senza pedaggio. Ma è ancora tutto molto lontano.
Stesso problema a sud: tutto il traffico in arrivo da Besenello, dovrà per forza andare in tangenziale.
Il problema vero, o se vogliamo il nodo irrisolto, è quindi l'impatto che il nuovo tracciato per l'alta capacità avrà su alcune parti di città, in particolare in corrispondenza degli imbocchi, in zona Acquaviva a sud e tra via Malvasia e via Brennero a nord, dove è previsto l'abbattimento di 11 edifici, tre dei quali a carattere residenziale.
La pubblicazione del progetto rende ora espliciti e dettagliati identità delle proprietà da sacrificare e importi corrisposti. Lo fa con modalità che hanno indignato i diretti interessati, di cui si fa portavoce il presidente della circoscrizione di Mattarello Alessandro Nicolli. «Mi spiace molto - sbotta - che il sindaco non abbia avuto l'accortezza di contattare le persone coinvolte e trovo inaccettabile che certe comunicazioni siano state date con un post su Facebook».
Oltre ai terreni da espropriare Nicolli è preoccupato per i 18 ettari di occupazioni temporanee, che trattandosi di aree agricole rischiano di fare comunque danni permanenti. Inoltre ci sono località, anche abitate, che dalle carte sembrano a rischio isolamento e su cui il presidente della circoscrizione chiede chiarimenti immediati.
«Ho contattato tutti quelli che ho potuto, almeno la metà degli interessati» ribatte l'assessore Facchin. Certo ora il Comune, assieme a Rfi e Provincia, avrà modo di spiegare e approfondire. A partire dalla fase del pubblico dibattito, novità prevista dalla legge.