Banca Carige, in arrivo la sentenza; Cassa Centrale Banca delle Rurali rischia la stangata milionaria
La famiglia Malacalza e altri azionisti chiedono 482 milioni di euro di risarcimento al Fondo Interbancario e alla holding delle Casse Rurali trentine: il Tribunale prende tempo, ma deve decidere entro il 4 novembre
GENOVA. Conto alla rovescia sul maxi risarcimento per 482 milioni di euro chiesto dai Malacalza a Banca Carige e ai suoi azionisti: il Fondo interbancario italiano, anche con lo Schema volontario, e la trentina Cassa Centrale Banca.
La sentenza dei giudici di Genova è attesa entro il 4 novembre. La scadenza non è però perentoria: per avere un'idea, a Genova è in fase di decisione anche una seconda causa di impugnazione proposta dagli azionisti di risparmio Carige sulla delibera dell'assemblea della banca del maggio 2020 per la conversione facoltativa delle azioni risparmio in ordinarie e il raggruppamento delle azioni.
La sentenza era attesa entro il 30 settembre ma è passato oltre un mese e non è ancora stata depositata. E' invece ancora in trattazione una terza terza causa avviata a Genova degli azionisti Carige contro la banca: è stata promossa dal consiglio di amministrazione dell'istituto contro la delibera dell'assemblea speciale dei soci di risparmio, che ha aumentato da 40mila a 200mila euro il fondo comune dei soci di categoria (con quei soldi versati da Carige i soci risparmio sostengono la causa contro la banca stessa).
Il Fondo interbancario è azionista di controllo di Carige all'80% dopo il riassetto-salvataggio del dicembre 2019 che ha portato alla ricapitalizzazione per 700 milioni della banca e ha consentito a fine gennaio 2020 l'uscita dal commissariamento partito nel gennaio 2019. Ccb aveva partecipato rilevando l'8,3% e ricevendo un'opzione di acquisto a sconto delle quote Carige del Fitd (ha rinunciato all'esercizio nel marzo di quest'anno).
Oltre a Malacalza Investimenti, con anche il fondatore Vittorio Malacalza, hanno impugnato la delibera dell'assemblea Carige 2019 anche Michele Petrera in qualità allora di rappresentante comune degli azionisti risparmio, 42 piccoli azionisti ordinari capitanati'dal socio Franco Corti, oltre a un altro azionista ordinario e la socia attivista Francesca Corneli (intervenuta).
Fino al 2019 i Malacalza erano i primi azionisti Carige con il 27,7% del capitale per venir poi diluiti nel riassetto a poco più del 2%. Sul fronte legale è da segnalare che oltre ad aver chiesto mezzo miliardo - cioè più o meno quanto hanno investito e più o meno pari a quanto capitalizza oggi Carige - alla banca e in solido all'intero sistema bancario italiano che è nel Fitd e a Ccb, hanno chiesto anche 875 milioni di euro di danni all'autorità di vigilanza della Banca centrale europea (altra causa alla Bce è stata avviata sull'atto di commissariamento).
Hanno poi impugnato la delibera dell'assemblea Carige del 2020 per la rinuncia delle azioni di responsabilità agli ex amministratori Cesare Castelbarco e Pietro Montani quanto all'accordo su Apollo.
Passando alla banca, invece, è atteso per il 10 novembre il consiglio di amministrazione per approvare la trimestrale a fine settembre.