Terlago, rinasce l'Asuc, domenica 7 novembre si va al voto: «Nella gestione dei nostri beni, vogliamo contare di più»
Per costituire l’uso civico, serve il quorum del 30 per cento degli abitanti alle urne: «Dall’Adige alla Paganella, il patrimonio va gestito dalla comunità, le piste da sci valgono molto di più»
TERLAGO. Domenica prossima 7 novembre tutti i residenti di Terlago (oggi Comune di Vallelaghi) sono chiamati a votare in una consultazione per far rinascere l’Asuc di Terlago. Asuc – ovvero Amministrazione Separata Usi Civici – è la forma di gestione collettiva dei beni pubblici (boschi, terreni, malghe) che rispecchia l’antichissima forma di governo democratica del territorio delle Carte di Regola, che hanno caratterizzato la nostra storia (e l’Autonomia).
In alcune zone, le Asuc sono sempre esistite. In molte altre – come Terlago – furono abolite, e le funzioni di governo dei beni civici vennero incardinate nel municipio. Ma ora Terlago vuol far rivivere questa forma di autogoverno, promuovendo la rinascita dell’Asuc “Communitas Trilaci”.
Un nome latino che rispecchia il nome come veniva sancito in sigilli e timbri su documenti antichi. E quindi un richiamo diretto alla tradizione, che qui si esaurì con il fascismo, quando l’Asuc venne abolita.
Il Comitato promotore, per far rinascere l’Asuc, ha bisogno però che almeno il 30 per cento degli aventi diritto si rechi a votare. Il Comitato ha raccolto le 350 firme necessarie a promuovere la consultazione, ha già organizzato numerose serate pubbliche anche di approfondimento storico, e ora punta alla ricostituzione.
“La comunità di Terlago ha un patrimonio molto esteso, i terreni vanno dalla riva dell’Adige fino alla metà dei pendii della Paganella, circa 2100 ettari di bosco, prato, pascolo, i laghi di Terlago e Lamar, le malghe diventate rifugi o ristoranti sulle piste da sci e le stesse piste e impianti di risalita fino al confine di Andalo” si è detto.
L’Asuc rinasce dalla spinta popolare e volontaristica, anche interpretando una certa delusione per la fusione dei Comuni di Terlago, Padergnone e Vezzano in Vallelaghi. “Noi – hanno detto i promotori nelle serate – notiamo solo che le proprietà di Terlago sono le più estese, le più importanti e le più redditizie; ma ci sembra che non siano messe a frutto come dovrebbero. Non intendiamo contrapporci al Comune, che è nato per un legittimo referendum. ;a crediamo che la realtà di Terlago si differenzi dalle altre, e non vediamo un impegno all’altezza delle aspettative, ad esempio per far fruttare i canoni per gli impianti da sci della Paganella”.
Ma perchè fare l'Asuc? “E’ una domanda che ci hanno fatto spesso e la risposta non è mai banale.
Abbiamo voglia di essere partecipi e responsabili della gestione del nostro territorio perchè il patrimonio ambientale e paesaggistico è quanto di più prezioso abbiamo su questa terra e sentiamo la responsabilità di doverlo consegnare in eredità alla generazioni future”.
Non lo può fare il comune? ”I beni collettivi non sono la priorità delle amministrazioni che sono occupate in tante altre complicatissime cose che dopo le fusioni si sono fatte ancora più complicate. Per questo ci mettiamo in gioco; questa cosa non ce la ordina nessuno, la sentiamo dentro di noi!” dice il comitato promotore: Andreana Castelli, Sandro Castelli, Paolo Festi, Fulvio Frizzera, Ivo Povinelli.
Quello di domenica è tecnicamente un referendum sulla nascita dell’Asuc, non una elezione. Non ci sono quindi nominativi né liste: si chiede solo ai residenti di Terlago se vogliono l’uso civico o meno. Si vota domenica 7 novembre dalle 8 alle 20 presso i seggi di Terlago e Monte Terlago con carta d'identità.
Nella foto, la "tavola della Resom" sulla quale si siglavano le decisioni dell'antica Regola di Terlago, uno dei due unici esemplari sopravvissuti intatti (con Cavalese)