Caso Mezzacorona, nessun provvedimento del Csm per il giudice Flaim
Dall’archiviazione del procedimento emerge la figura di un magistrato integerrimo e riservato. Ad esempio, non ha mai ricevuto i ricchi regali di Natale che arrivavano in Tribunale da Fabio Rizzoli (che poi sapeva in anticipo chi era nel collegio giudicante)
CSM Quelle frequentazioni con i calabresi e due giudici scelgono il trasferimento
TRENTO. La Terza commissione del Consiglio superiore della magistratura ha archiviato il procedimento disciplinare aperto nei confronti del giudice Giorgio Flaim. Il magistrato - tra i più stimati del distretto di Trento, destinatario di decine di attestazioni di stima da parte di colleghi e avvocati - era finito nei guai quale presidente del Tribunale del riesame che nel 2020 annullò il sequestro da 70 milioni di euro di Feudo Arancio, proprietà del gruppo Cantine Mezzacorona finita al centro di un'indagine per riciclaggio che vede indagati - siamo all'udienza preliminare - Fabio Rizzoli, fino al 2012 direttore generale del Gruppo Mezzacorona, e il presidente del Gruppo Luca Rigotti.
Nel lungamente motivato provvedimento il Csm scrive che «non emergono, dagli atti, elementi che facciano ritenere essersi verificata una perdita di fiducia da parte della collettività, del foro e del personale degli uffici giudiziari,circa l'indipendenza ed imparzialità del dott. Flaim, di talchè non sussistono i presupposti per un trasferimento di ufficio del predetto ai sensi dell'articolo 2 legge guarentigie. Il Consiglio, pertanto, delibera l'archiviazione del procedimento».
Il Csm sottolinea che «va in primo luogo osservato come il contenuto delle intercettazioni telefoniche e ambientali disposte dalla Procura di Trento, acquisite agli atti, faccia chiaramente comprendere che il dott. Flaim, a differenza di altri magistrati dell'ufficio, e pur essendo trentino di nascita, di vita e di lavoro, e pur avendo lavorato agli inizi del suo percorso professionale nel mandamento di Mezzolombardo che comprendeva anche il territorio di Mezzocorona, non conosceva né Luca Rigotti né i suoi stretti collaboratori, né ha mai avuto alcuna frequentazione con costoro o con le società da essi rappresentate.
Leggendo la trascrizione delle telefonate e delle conversazioni emerge infatti, in più occasioni, che il Rigotti si interroga su chi sia il dott. Flaim e su come il dott. Flaim potrebbe decidere, contrariamente a quanto accaduto per il dott. Avolio (ex presidente del Tribunale di Trento ora in pensione, ndr), non cerchi neppure, nei suoi riguardi,abboccamenti di sorta e non esibisca contiguità pregresse o attuali. Insomma, per il Rigotti, particolarmente noto e apprezzato sul territorio e particolarmente abile a tessere relazioni sociali illustri (cfr. anche quanto dichiarato dalla presidente della Corte d'appello di Trento), il dott. Flaim, che lavora come magistrato in Trentino dal 1986, era un illustre sconosciuto, com'è bene che sia per un magistrato».
Lo stesso non risulta poi tra le numerose persone (tra le quali dei magistrati, ndr) destinatarie di regali natalizi da parte di Luca Rigotti.
Dagli atti delle indagini penali risulta che uno degli indagati e i suoi difensori conoscevano in anticipo chi avrebbe presieduto il collegio del Riesame, «così come conoscevano in anticipo la data in cui il procedimento sarebbe stato trattato, invero indicata dalla stessa difesa del Rigotti nell'istanza di rinvio concertata con presidente del Tribunale».
Ma lo tesso Csm ammette che le informazioni "riservate", non venivano certo dal giudice Flaim. A quest'ultimo viene contestato invece di aver accettato supinamente «una composizione del collegio del tutto eccentrica rispetto ai criteri tabellari». Non è però certo questo a provocare perdita di fiducia nella magistratura da parte della collettività.