La ministra Cartabia negli Stati Uniti: "Ora Chico Forti sia trasferito in Italia"
La titolare della giustizia, durante la visita a Washington, ha fornito alle autorià americane altra documentazione per accelerare l'iter del trasferimento dell'imprenditore detenuto da ventanni: obiettivo consentirgli di scontare la pena in patria
IL MESSAGGIO Chico Forti, il racconto dalla nuova struttura in cui attende il trasferimento
LA STORIA Vent'anni di battaglie dopo quella condanna: "Sono innocente"
WASHINGTON. Continua l'attesa per l'annunciato trasferimento in Italia del trentino Chico Forti, detenuto negli Usa da vent'anni.
Alla fine dell'anno scorso fu il ministro degli esteri, Luigi Di Maio, ad anticipare che erano ormai a buon punto i colloqui per un accordo sul trasferimento di Forti in un penitenziario italiano.
Poi, però, i mesi sono trascorsi senza novità sostasnziali, anche se recentemente Forti è stato inserito in una struttura di detenzione dedicata proprio a chi è in attesa di trasferimento.
Ora la ministra della giustizia Marta Cartabia rinnova l'appello.
Lo ha fatto nel suo incontro i ieri a Washington con l'attorney general Merrick Garland "la richiesta di trasferimento in Italia del connazionale Chico Forti, perché possa continuare a scontare nel suo Paese la pena dell'ergastolo cui è stato condannato per omicidio e per cui è recluso in un carcere della Florida".
Lo riferisce il ministero in una nota.
La guardasigilli, spiega il ministero, "ha fornito all'Attorney General, autorità cui spetta la decisione finale sul caso previo assenso della Florida, i chiarimenti richiesti sul rispetto da parte italiana della convenzione di Strasburgo del 1983" sul trasferimento delle persone condannate.
L'imprenditore trentino Forti è detenuto da 20 anni in Florida per un omicidio di cui si è sempre protestato innocente.