Giustizia / Usa

«Chico Forti sono io», da oggi la grande campagna di mobilitazione per riportarlo in Italia

I suoi sostenitori lanciano una nuova iniziativa, e lui risponde con una lettera dal carcere della Florida: «Non vedo l’ora di conoscervi tutti di persona»

TRENTO. Pochi giorni fa la ministra Cartabia, in missione negli Stati Uniti, aveva parlato del trasferimento di Chico Forti in Italia per scontare l’ergastolo, dicendo che «Siamo in una fase decisiva, ma in questo momento delicato meno se ne poarla e meglio è».

I sostenitori di Chico invece lanciano da oggi una grande mobilitazione sul web. Martedi 23 novembre parte la campagna comunicativa a sostegno di Chico, intitolata «Chico Forti sono io», finalizzata a tenere alta l'attenzione sul caso del nostro connazionale. Campagna nata spontaneamente dai sostenitori di Chico Forti, tutti uniti perché «chiunque può essere Chico Forti».

Molte aziende hanno già aderito alla campagna (appoggiandosi al sito https://www.chicosonoio.it/index.php/services/). Grandi cartelloni saranno affissi nelle nostre città, da nord a sud, con il motto «Chico Forti sono io»; le aziende che aderiranno – spiega un comunicato stampa – «sorprenderanno con la loro generosità tutta l'Italia. I profili social saranno inondati dalle immagini del motto e con #chicosonoio»

Una campagna per sensibilizzare anche solo l'ultimo italiano indifferente, perché come scrive Chico Forti:

"Altruismo è una qualità in fase di estinzione. Altruismo è l'arma più affilata per battere l'indifferenza."

I sostenitori di Chico Forti hanno attivato i siti internet www.chicosonoio.it e www.chicoforti.com

Qui sotto la lettera di Chico agli organizzatori della campagna.

«Sono stato informato del vostro appassionato coinvolgimento in questa iniziativa a supporto della mia crociata, siete il motore e l'anima di questo progetto.

So che mi rivolgo a persone d'onore, a professionisti capaci, che stanno prestando la propria esperienza senza nulla aspettarsi in cambio.

Anche se molti dettagli della vostra iniziativa mi sono sconosciuti, ho piena fiducia nella vostra capacità operativa. Volevo farvi sapere, in anteprima, come e quanto vi sia grato, per quello che tutti voi state facendo per la mia causa.

Con grande piacere non vedo l'ora di potervi conoscere personalmente in un futuro a breve.

Altruismo è una qualità in fase di estinzione. Altruismo è l'arma più affilata per battere l'indifferenza.

Con stima, Chico».

Chico Forti è un trentino, condannato all'ergastolo nel 2000, negli Stati Uniti. Sul verdetto di colpevolezza – secondo i suoi sostenitori – ci sono molti dubbi. Negli ultimi anni la sua vicenda è al centro del dibattito italiano grazie anche alla ricostruzione precisa e ben documentata di alcune trasmissioni televisive e radiofoniche (es: Le lene, GF, ZOO105, Chi l'ha visto?, etc.). Grazie all'intervento dei media, si è creato un forte coinvolgimento dell'opinione pubblica. In poco tempo la solidarietà è cresciuta e svariati gruppi di persone, da tutto il territorio nazionale, hanno spontaneamente iniziato a diffondere il messaggio "Riportiamo Chico in Italia" al fine di consentire il rientro del nostro connazionale in Italia.

Alla fine del 2020, è stato firmato dal Governatore della Florida Ron DeSantis il trasferimento di Chico, in Italia, in base alla Convenzione di Strasburgo 1983. Ottenuto dal grande impegno della Farnesina. Il 27 dicembre del 2020 è stato annunciato il rimpatrio. || 17 novembre 2021 la Ministra Cartabia ha fornito all'Attorney General, autorità cui spetta la decisione finale sul caso previo assenso della Florida, i chiarimenti richiesti sul rispetto da parte italiana della convenzione di Strasburgo del 1983. Oggi sono passati 11 mesi da quell'annuncio e Chico Forti è ancora detenuto in un penitenziario degli Stati Uniti.

 

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