La grande gelata sul commercio: in Trentino la pandemia ha fatto sparire 82 negozi
Soffre l’ingrosso, e resistono meglio gli esercizi di articoli per la salute, oppure quelli che diversificano l’offerta (ad esempio i bar che vendono anche giornali): il report della Camera di Commercio
TRENTO. Alla fine dello scorso anno, in provincia di Trento, le attività commerciali iscritte al Registro delle imprese dell’Ente camerale e dedite principalmente alla vendita al dettaglio erano 3.548, di cui 3.259 attive. Si tratta di valori che rappresentano circa il 6,4% del totale delle imprese con sede sul territorio provinciale e che, seppure in calo rispetto all’anno precedente (erano 3.652 iscritte e 3.349 attive), confermano l’importanza rivestita da questo settore all’interno del sistema economico locale.
Se si considera il numero delle cosiddette “unità locali” – ovvero i negozi – e tenendo conto che a un’unica attività commerciale possono far capo più punti vendita, risulta che, al termine del 2020, erano 8.197 quelle dedite in via prevalente o secondaria al commercio al dettaglio e che tutte insieme occupavano una superficie di vendita pari a 909.291 m2.
In termini complessivi, se confrontiamo questi dati con quelli riferiti all’anno precedente, si può notare una riduzione significativa del numero degli esercizi di vendita pari a 82 unità, a cui corrisponde una contrazione della superficie occupata di quasi 1.700 m2.
L’indagine, curata dall’Ufficio studi e ricerche della Camera di Commercio di Trento, rileva che nel decennio 2010-2020 si è verificato un consistente aumento degli esercizi che svolgono attività di commercio al dettaglio in via secondaria, che passano da 2.318 a 2.766. Si tratta di unità locali che hanno un’attività prevalente diversa dal commercio al dettaglio, come per esempio i bar che affiancano alla loro attività tradizionale la vendita di giornali e articoli di cartoleria.
Ulteriori variazioni di un certo peso riguardano la crescita significativa dei negozi dediti alla vendita di “medicinali” (+31 unità), di “altri prodotti alimentari in esercizi specializzati” (+29 unità) – voce che racchiude il commercio al dettaglio di latte e prodotti lattiero-caseari, caffè torrefatto, prodotti macrobiotici e dietetici e altri prodotti non classificati – e di “articoli medicali e ortopedici” (+22). Le diminuzioni più significative nel decennio considerato riguardano gli esercizi al dettaglio di “articoli di abbigliamento” (-95), di “ferramenta, vernici, vetro piano e materiali da costruzione” (-81), di “prodotti tessili” (-77) e di “giornali e articoli di cartoleria” (-66).
Riguardo la distribuzione sul suolo provinciale, Trento e Rovereto, considerati assieme, comprendono nel loro territorio il 28,8% degli esercizi commerciali in sede fissa e il 35,0% della superficie di vendita occupata. Seguono Riva del Garda, che conta 438 esercizi per una area di vendita complessiva di 39.319 m2, Arco che dispone di 272 unità commerciali con un’estesa superficie, pari a 47.302 m2, e Pergine Valsugana che registra 312 attività commerciali per 35.142 m2.
Complessivamente, le imprese di settore con sede in provincia di Trento danno lavoro a 13.556 addetti, di cui 3.982 indipendenti (soci, familiari, collaboratori) e 9.574 dipendenti.
Per quanto riguarda il commercio all’ingrosso in provincia di Trento, a fine 2020 si contavano 1.343 imprese registrate e 1.185 imprese attive, che nel corso degli ultimi anni si sono caratterizzate per una graduale diminuzione. Se si confrontano i dati a distanza di un decennio risulta che le realtà commerciali registrate sono diminuite di 191 unità e quelle attive di 174 unità, mentre rispetto allo scorso anno, la situazione è rimasta pressoché stabile.
Gli addetti del settore che operano in imprese con sede in provincia di Trento sono 7.141, di cui 1.017 indipendenti e 6.124 dipendenti.
“Il settore del commercio, con specifico riferimento a quello al dettaglio – ha commentato Giovanni Bort, Presidente della Camera di Commercio di Trento – è uno dei settori economici che più ha sofferto delle restrizioni imposte dall’emergenza pandemica. Confidiamo che il progresso della campagna vaccinale e un’adeguata applicazione delle norme igieniche possano evitare un’ulteriore ondata di contagi e favorire la capacità di resilienza fin qui dimostrata dagli imprenditori di settore. A riguardo, ci confortano i recenti dati sul miglioramento del clima di fiducia dei consumatori trentini in base ai quali il 75% degli intervistati, in vista delle prossime feste natalizie, sceglierà di fare i propri acquisti negli esercizi commerciali delle nostre città e delle nostre valli”.
Il testo integrale de ”Il commercio in provincia di Trento: situazione al 31 dicembre 2020”, corredato da un consistente supporto di tabelle.