Lavis, quattro cani maltrattati e da curare: due persone denunciate. Si cerca qualcuno in grado di adottarli e di assicurare loro condizioni di benessere
È stata una segnalazione degli animalisti della Lav a consentire l'intervento delle autorità sanitarie e della polizia locale: rapidamente si è provveduto a sistemare in un rifugio i quattro animali di grossa taglia: ora si spera di trovare delle famiglie che garantiscano un'accoglienza adeguata
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TRENTO. Quattro esemplari adulti di cane corso sono rimasti per mesi soli in una porzione di maso, un capanno angusto e sporco nel mezzo della campagna di Lavis, con un'uscita in un'area esterna piccola e ripida, senza alcuna presenza umana.
A portare acqua e cibo arrivava una persona, ma non tutti i giorni e soprattutto senza provvedere ad altre cure.
Su segnalazione della Lav, che ha presentato formale denuncia alla polizia locale della Rotaliana Koenigsberg, i cani sono stati prelevati da quella sistemazione inadatta nella giornata di lunedì 29 novembre e sistemati in una struttura specializzata.
È stata la procura di Trento a disporre il sequestro preventivo e l'affidamento alla custodia della Lav; due sono le persone denunciate per maltrattamento di animali, il proprietario e il conoscente incaricato di sfamarli. Ma il cibo e l'acqua, sebbene fondamentali per la sopravvivenza, non bastano.
I cani erano in uno stato di salute non buono, causato sia dalla sporcizia in cui vivevano (nel capanno c'erano escrementi e rifiuti), sia dallo stato di stress che, come evidenzia la Lav, «li ha portati ad attaccarsi tra loro causandosi diverse ferite».
Uno dei cani è cieco ad un occhio per una ferita non curata.
«La pratica dell'abbandono è subdola e ha molte facce - dichiara Alessandra Ferrari, responsabile Lav area animali familiari - abbandonare un animale non significa solo lasciarlo a se stesso in strada, ma anche scegliere deliberatamente di non occuparsene più, mettendone in pericolo la stessa sopravvivenza».
Parla di «condizioni di detenzione inaccettabili» il vicepresidente Lav nazionale e responsabile della sede di Trento, Simone Stefani.
Si tratta di esemplari di indole buona, ma che possono raggiungere i 50 chili di peso e dunque necessitano di attenzioni diverse da un chihuahua.
«I cani, come noi, hanno una serie di bisogni fisici ed etologici che vanno garantiti - spiega Stefani - In questo caso anche la gestione in promiscuità in spazio ristretto di quattro cani di tale tipologia ci lascia inorriditi».
Obiettivo dell'associazione è di arrivare ad un affidamento dei cani presso famiglie che li possano accudire con cura. Gli avvocati sono al lavoro per raggiungere questo risultato, preannunciando che la Lav si costituirà parte civile nell'eventuale processo.
Da evidenziare che i cani sono tutti e quattro regolarmente iscritti all'anagrafe canina.
Ciò significa che hanno il microchip e che c'è anche un proprietario registrato, un uomo residente in provincia di Trento.
Quest'ultimo però è da tempo irreperibile, come verificato dalla polizia locale, e probabilmente non si trova neppure in Italia.
È stato appurato che a portare da mangiare ai cani è un conoscente, residente nella zona di Lavis.
Ma le indagini coordinate dalla procura di Trento non sono concluse.
A verificare le condizioni in cui vivevano gli animali, dopo la denuncia della Lav, sono stati gli agenti della polizia locale della Rotaliana, che hanno effettuato un sopralluogo assieme al veterinario dell'Azienda sanitaria provinciale.Vista la relazione, la procura ha chiesto e ottenuto dal giudice il sequestro preventivo.
«Dalla segnalazione del maltrattamento alla sistemazione dei cani in una idonea struttura sono passati pochi giorni: questo indica la sensibilità e l'impegno delle persone coinvolte nell'indagine» sottolinea la Lav.