L’allarme dei parenti degli ospiti delle Rsa: “A Natale alcuni residenti potrebbero non poter avere un abbraccio dai propri cari”
Il Comitato: “Da oltre 4 mesi le visite ai familiari dovrebbero essere consentite con cadenza giornaliera compresi i festivi, ma una nostra recente indagine ha rilevato che nella maggioranza delle dei casi in Trentino non è così”
RIAPERTURA Abbracci di nuovo possibili
TRENTO. Per il secondo anno consecutivo i residenti di alcune Rsa non potranno vedere o stare al fianco delle persone a loro care nel giorno di Natale e durante le incombenti festività. Lo rilevano i rappresentanti del coordinamento dei familiari “Rsa Unite”, riunitisi per condividere le proprie preoccupazioni alle porte del periodo natalizio.
Sembrerebbe infatti un paradosso, ma non lo è: in alcune Rsa le uscite sono state improvvisamente sospese e le visite dei familiari potrebbero venire sospese o subire una ulteriore riduzione a causa di mancanza di personale e di un più basso impiego di risorse esterne, quali volontari o cooperative sociali che si vedrebbero scadere gli accordi di collaborazione proprio nel periodo natalizio.
Ma non è tutto, perché le famiglie potrebbero trovarsi da qui a poco a dover far fronte a significativi aumenti delle rette, nonostante una riduzione dei servizi non-sanitari negli ultimi due anni. “Abbiamo già scritto all’Assessora Stefania Segnana affinché si possa adoperare per ridimensionare le rette sull’effettivo impiego del contributo non sanitario, ci auspichiamo che possa accogliere la nostra sollecitazione”. Insieme a tale richiesta i membri del comitato hanno presentato nuovamente all’assessora proprio il tema delle visite dei parenti, un principio di malessere sul quale da tempo si battono unanimi, riscontrando spesso forti disparità tra le varie Rsa.
“Da oltre 4 mesi le visite ai familiari dovrebbero essere consentite con cadenza giornaliera compresi i festivi” – indicano – “ma una nostra recente indagine ha rilevato che nella maggioranza delle dei casi in Trentino non è così; in alcuni casi (per circa il 30% delle Rsa) le visite vengono addirittura effettuate per sole due volte alla settimana o talvolta meno”.
Il comitato nota che per molte persone con malattie cognitive affette da cronicità, i contatti con i propri affetti e la loro quotidianità sono strumenti e diritti di cura imprescindibili. “Non è solo una nostra mera richiesta poter fare visita quotidianamente” – dicono – “è la Legge che lo prevede”.
A favore della prudenza quindi, ma non della ostentazione a prescindere. È bene infatti ricordare che i residenti delle Rsa hanno tutti completato l’intero ciclo vaccinale (compreso della cosiddetta terza dose “booster”) e che le visite sono concesse per Legge solamente previo green pass. “Sin dalla scorsa estate e tutt’oggi” – notano – “alcune poche strutture (la minoranza) consentono visite quotidiane con possibilità di raggiungimento dei piani e permanenza talora anche nelle zone di degenza. Quali sono gli impedimenti strutturali che ostacolano tutte le altre amministrazioni di realizzare modalità simili?”.
La possibilità di uscita dalle strutture rappresenta poi un altro tema di recente interesse, dato che alcuni gestori hanno scelto di sospendere le uscite in relazione all’aumento di contagi sul territorio. Una scelta che, a detta del comitato, penalizza ulteriormente la possibilità di contatto tra il residente e i suoi affetti. Infatti, “se è vero che le uscite dalla struttura possono eludere i controlli sui comportamenti degli interessati, è anche vero che nei casi nei quali le visite possono avvenire solo 2-3 volte alla settimana, le uscite dalle strutture rappresentano uno strumento in più per poter stare per un paio di ore in compagnia di un proprio caro”.
A detta del comitato il problema non sarebbe altrettanto gravoso quindi – e l’ulteriore limitazione assecondabile data l’evoluzione del contesto sanitario – se la quotidianità delle visite fosse garantita uniformemente da tutte le Rsa.
“Con l’occasione “ – concludono – “intendiamo ringraziare e augurare buone feste a tutti i lavoratori e il personale sanitario delle Rsa che, sebbene anche solo per pochi minuti al giorno nei loro turni impegnati, si adoperano e si adopereranno nel rendere migliori le giornate dei residenti delle strutture”.