Nuovi nati, sono Emma e Leonardo i nomi più amati dai trentini
L'analisi annuale svolta dall'Istat indica che in regione la popolazione femminile ha il più alto livello di fecondità in Italia: il tasso di natalità è migliore rispetto al resto del Paese, con la natalità che segna una minore decrescita
TRENTO. Sono Emma e Leonardo i nomi che nel corso del 2020 sono stati scelti maggiormente dai neo genitori in Trentino.
I gusti, in provincia, si allineano a quelli del resto d'Italia (sia in assoluto che guardando al resto del centro nord), mentre per quel che riguarda il nome scelto per la maggior parte delle bambine, quello regionale (Emma è il nome preferito anche in Ato Adige) è un piccolo unicum, con Sofia che è invece quello scelto maggiormente in Italia.
I dati sono stati diffusi dall'Istat nel suo report annuale sulla natalità e fecondità della popolazione residente che, accanto al curioso dato statistico sulla scelta dei nomi dei nuovi nati, per il Trentino (e l'Alto Adige) ha sottolineato anche dati come nelle due province autonome vi sia la popolazione femminile con il più alto livello di fecondità del Paese: se in Italia nel 2020 è stato rilevato come le donne tra i 15 e i 49 anni abbiano in media 1,24 figli (nel 2019 il dato era pari a 1,27), in Alto Adige la media sale 1,71, in Trentino a 1,36.
In regione il tasso di natalità è dunque migliore rispetto a quello del paese in un momento delicato: nel 2020 i nati sono stati 404.892 (15 mila in meno rispetto al 2019, in Trentino si è passati dai 4.239 nati del 2019 ai 4.027 del 2020).
Il calo (-2,5% nei primi 10 mesi dell'anno) si è accentuato a novembre (-8,3% rispetto allo stesso mese del 2019) e dicembre (-10,7%), mesi in cui si cominciano a contare le nascite concepite all'inizio dell'ondata epidemica.
La denatalità sta poi proseguendo anche nel 2021.
Secondo i dati provvisori di gennaio-settembre le minori nascite sono già 12 mila 500, quasi il doppio di quanto osservato nello stesso periodo del 2020.In regione la flessione è meno netta, come del resto in tutto il nord Italia, dove i livelli di fecondità riferito al totale delle residenti sono più alti rispetto a quelli italiani1 (1,28 in Veneto e 1,27 in Lombardia).
Le medie sono in costante diminuzione dal 2010, anno in cui a livello nazionale si era registrato il massimo relativo di 1,44. Per trovare livelli di fecondità così bassi per il complesso delle donne residenti bisogna tornare indietro ai primi anni Duemila, quando la tendenza indicava un recupero (attribuibile in larga misura al crescente contributo delle donne straniere) dopo il minimo storico di 1,19 figli per donna registrato nel 1995. Il numero medio di figli per ciascuna donna residente (senza riferimento alla fascia d'età fertile considerata per il livello di fecondità) in Trentino è pari a 1,27 e in Alto Adige a 1,62. Anche in questo caso si tratta dei livelli più alti del nord Italia e tra i più elevati a livello nazionale (dove la media è pari a 1,17 figli).
Dati in calo al nord (si passa da 1,16 a 1,14) e in egual misura a sud (da 1,23 a 1,21), mentre sono stabili al centro (1,11) dove il livello più elevato si osserva nel Lazio (1,13).
A livello nazionale appartiene alla Sardegna il valore minimo, pari a 0,94, ancora in diminuzione rispetto allo 0,97 del 2019. Gli effetti sociali della crisi economica hanno agito direttamente sulla cadenza delle nascite: le donne residenti in Italia hanno accentuato il rinvio dell'esperienza riproduttiva verso età sempre più avanzate.
Rispetto al 1995, l'età media al parto aumenta di oltre due anni, raggiungendo i 32,2 anni; inmisura ancora più marcata cresce anche l'età media alla nascita del primo figlio, che si attesta a 31,4 anni nel 2020 (oltre 3 anni in più rispetto al 1995).