Spazio / I progetti

Astrosamantha e i satelliti che rilanciano l'economia: sarà un 2022 di grandi missioni

Sarà l'astronauta trentina a guidare il team che sceglierà il nome della costellazione di strumenti d'avanguardia che serviranno a monitorare la Terra a scopi ambientali ma anche economici. Per la Cristoforetti l'anno prossimo verrà anche il momento di tornare da comandante nella Stazione spaziale internazionale

di Barbara Goio

TRENTO. L'anno che verrà sarà spaziale, e la "nostra" Samantha Cristoforetti non solo sarà la prima donna europea al comando della Stazione spaziale internazionale (la terza al mondo dopo due americane), ma battezzerà la "costellazione" di satelliti ad alto contenuto tecnologico che l'Italia si appresta a mettere in orbita e per cui il governo ha impegnato un quarto dei 4,5 miliardi di euro investiti nello spazio nei prossimi anni.

L'annuncio della Strategia italiana per lo spazio è stato dato dallo stesso capo del governo Mario Draghi nel corso della conferenza stampa di fine anno organizzata dal Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti a Roma: «L'Italia - ha rimarcato il premier - lancerà la maggior costellazione europea di satelliti per l'osservazione della Terra, importante per la protezione ambientale e climatica e per sviluppare servizi innovativi per le imprese».

Draghi ha inoltre precisato: «Il nome della costellazione sarà proposto con un concorso e lo faremo scegliere dagli astronauti guidati da Samantha Cristoforetti, che nel 2022 tornerà a volare».

Astrosamantha tornerà dunque nello spazio con Expedition 68: l'equipaggio della stazione spaziale vede la presenza di sei astronauti con un ricambio di tre membri ogni tre mesi. La comandante resterà in carica per il periodo con lo stesso equipaggio.Quanto alla "costellazione" di satelliti, la partita che si gioca è davvero importante.

«Le risorse impegnate, ovvero 4,5 miliardi di euro - spiega Roberto Battiston, già presidente dell'Agenzia spaziale italiana e rappresentante del parlamento europeo presso il cda dell'Agenzia dell'Unione europea per il programma spaziale - serviranno a sviluppare una serie di attività: per prima cosa per la costruzione dei satelliti ad alta tecnologia per l'osservazione della Terra, con l'Esa incaricata di gestire le gare industriali.

Quindi per la propulsione: i fondi serviranno per sviluppare le future versioni di motori a carburante liquido. Inoltre, questo denaro sarà essenziale per creare le infrastrutture per analizzare la mole di dati raccolti, per implementare i programmi italiani degli enti di ricerca e per sviluppare sofisticati sistemi di sicurezza».

Il tutto utilizzando le strutture di ricerca nazionali e le capacità industriali ad alto tasso d'innovazione del settore spaziale. Quanto al Trentino, non siamo messi per niente male.

«Possiamo contare - sottolinea Battiston - su una forte tradizione universitaria. A Fisica si portano avanti ricerche su onde gravitazionali, antimateria e monitoraggio sismico dallo spazio, al Disi c'è ottima competenza sui sistemi radar, Fbk ha grande esperienza su sensoristica per la radiazione cosmica. Infine, Università di Trento e Fbk partecipano alla progettazione di un partenariato esteso nel campo dell'innovazione spaziale, un progetto a livello nazionale collegato all'utilizzo dei fondi Pnrr».

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