Questa settimana nessun cambio di colore, il Trentino resta in zona gialla ma si teme l'arancione a breve
Il monitoraggio settimanale indica una crescita dei contagi in tutta Italia, ma preoccupano soprattutto i ricoveri in ospedale che ora potrebbero accelerare il trende in aumento a causa del moltiplicarsi di casi legati alla variante Omicron
EUROPA Trentino e resto del Nord in rosso scuro nella mappa Ue
TRENTINO Due parametri su tre sono già da zona arancione
APSS Ferro (Apss): l'aumento dei ricoveri covid e i rischi di stop a operazioni per altri malati gravi
TRENTO. Non si prevedono cambi di colore per le Regioni italiane che - secondo quanto si apprende da fonti qualificate - quindi dovrebbero rimanere ciascuna nella propria attuale fascia.
Il Trentino dunque, così come l'Alto Adige, resta in zona gialla.
Dopo il dossier del monitoragigo setitmanale, la conferma di queste anticipazioni è attesa nel pomeriggio, in base alle decisioni che saranno adottate dal ministero della salute.
In varie regioni, Trentino compreso, a evitare indicatori già da zona arancione sono i soli numeri riferiti ai ricoveri nei reparti ospedalieri ordinari, per ora sotto la soglia prevista del 30%.
In Trentino i ricoveri in terapia intensiva sono oltre quota 20% dei posti disponibili (il tetto per il cambio di colore in zona gialla è fissato al 10% mentre per la zona arancione è proprio il 20%) e in area non critica sono su una percentuale simile (il tetto per il cambio di colore per la zona gialla è al 15% e per la zona arancione è al 30%).
Il Natale fotografa l'Italia nella situazione della scorsa settimana con 7 regioni in giallo e 14 bianche. Le Regioni che hanno cambiato colore sono: Liguria, Marche, Veneto, Friuli Venezia Giulia e le Pa di Trento e Bolzano e la Calabria.
Molte, però, in bilico e per le quali i presidenti stanno pensando comunque a misure autonome di restrizione.
Fra le zone a rischio arancione all'inizio dell'anno nuovo anche il Trentino e il Veneto.
Come detto, preoccupano i ricoveri in ospedale che ora potrebbero accelerare l'aumento con il moltiplicarsi dei casi legati alla variante Omicron la quale, se come indicano alcuni studi è meno aggressiva e richiederebbe un ricorso minore alel cure ospedaliere, è però molto più contagiosa: per il sistema sanitario anche dover curare in clinica una quantità di pazienti non gravi sarebbe in ogni caso destabilizzante.