Impianti a fune trentini, dallo Stato arrivano ristori per 70 milioni di euro
I contributi più consistenti rappresentati dai 13,9 milioni per le Funivie Madonna di Campiglio (foto) e dai 13,3 per la Società di incremento turistico Canazei. Seguono i 10,5 milioni alla Funivie Folgarida Marilleva e i 4,8 alla Paganella. Non mancano comunque contributi minori che però potrebbero garantire la sopravvivenza di alcune realtà
TRENTO. Doppio sospiro di sollievo in questi giorni per gli impiantisti trentini. Oltre al ritorno degli sciatori sulle piste, un'altra buona notizia arriva dalla liquidazione dei ristori che lo Stato sta versando a copertura delle spese sostenute e dei mancati incassi dall'avvio della pandemia Covid, nel marzo del 2020.
Solo in Trentino stanno arrivando 70 milioni, con punte di 13,9 milioni per le Funivie Madonna di Campiglio e di 13,3 per la Società di incremento turistico Canazei. Cifre top a livello nazionale, ma non mancano comunque piccoli contributi che però potrebbero garantire la sopravvivenza di alcune realtà.
«Sono cifre importanti - spiega Luca Guadagnini, presidente degli impiantisti trentini in Confindustria - anche perché va considerato che buona parte dei nostri impianti non prevede aperture estive. Quindi ci sono realtà che non hanno entrate da marzo del 2020».
L'elenco dei beneficiari è stato pubblicato sul sito del ministero del Turismo e prende in analisi i soggetti che avevano presentato singolarmente le proprie domande. In sintesi, per l'erogazione sono stati considerati in media i fatturati degli ultimi tre esercizi prima dello scorso inverno (2020-2021), quando tutta l'industria dello sci era rimasta ferma. Allo stesso tempo, sono state considerate le spese sostenute dalle società e che hanno pesato sui bilanci anche lo scorso anno. Dodici mesi fa, infatti, si era pensato a più riprese di avviare gli impianti e, di conseguenza, le aziende si erano attrezzate.
«Abbiamo assunto il personale per preparare la stagione, - spiega Guadagnini - abbiamo sopportato i costi per la produzione della neve, abbiamo avviato la preparazione delle piste e abbiamo posizionato le reti. Inoltre, non va dimenticato che dobbiamo provvedere alla manutenzione obbligatoria degli impianti».
Tutti costi notevoli, che solo in parte i ristori in arrivo riusciranno a coprire. Oltre alle società di Madonna di Campiglio e di Canazei, a ricevere i ristori sono dunque tutte le aziende del comparto, ognuna in base alla propria dimensione economica. Ecco quindi che ad un altro "colosso" come le Funivie di Folgarida Marilleva arriveranno 10,5 milioni, mentre per rimanere nell'ambito solandro si trovano anche gli incassi di Carosello Tonale con 4,1 milioni e Pejo Funivie con 1,4 milioni.
Per Campiglio invece vale un'associzione con i 3,4 milioni di Pinzolo, mentre diverse sono le altre società beneficiarie di cifre sostanziose nelle valli di Fiemme e Fassa. Ci sono ad esempio l'Alpe Cermis con 3,4 milioni, la Catinaccio Impianti a fune con 3,1 milioni, l'Itap con 3 milioni, la Sif Lusia con 2,9 milioni, il Ciampac con 2, la Buffaure con 1,9, la Sit Bellamonte con 1,8.
Nella zona del Primiero si trovano invece la Funivie San Martino con 1,8 milioni e la San Martino Rolle con 1,7. Più ricco il contributo per la Paganella che raggiunge i 4,8 milioni, mentre Trento Funivie si ferma a 1,2 milioni. Da segnalare infine i 3 milioni di FolgariaSki spa. Non meno importanti comunque anche gli aiuti con meno di 100 mila euro per aree come la Panarotta o per Bolbeno.